The French Dispatch, la recensione | Cannes 74

Può sembrare che Wes Anderson non cambi mai, che i suoi film siano uguali da 20 anni, ma non è vero. Il suo stile così evidente e preciso è in continua evoluzione (per quanto sempre nella medesima direzione) e un film come Le avventure acquatiche di Steve Zissou è lontanissimo dall’ultimo The French Dispatch, in cui continua a dimostrare la volontà di spostare la messa in scena di attori reali in ambienti reali nel mondo dell’animazione, di dirigere e scrivere personaggi partendo dal character design (l’ha sempre fatto) per poi farli muovere nell’inquadratura come personaggi animati, con quell’economia di gesti ed espressioni che diventa ricchezza.

Insomma la stilizzazione.

Il punto è che la stessa stilizzazione ha contaminato la scrittura, ma senza i medesimi risultati positivi. I film di Wes Anderson, dopo Moonrise Kingdom, hanno sempre meno dei personaggi al centro delle loro storie e sempre di più degli insiemi. Là dove c’erano dei gru...