The Night House – La casa oscura, la recensione

È quasi tangibile la forza del desiderio che The Night House ha di essere arty. È un horror dall’impianto estremamente convenzionale che David Bruckner è però determinato a inserire nel flusso dei nuovi horror d’autore americani. Non solo non ne ha le capacità immaginifiche (a questo punto davvero meglio Gretel e Hansel che se non altro ha il coraggio di creare immagini particolari), ma nemmeno possiede una reale capacità di maneggiare più strati di significati di crescente complessità. La storia di The Night House è quella più convenzionale e la scopriamo dopo poco quando la protagonista annuncia che il marito è da poco morto, sparandosi. La casa in cui vive, che pare infestata, è quella costruita da lui. Da qui in poi la sceneggiatura si scrive da sola (e c’è anche il più convenzionale degli specchi d’acqua prontissimo per i paralleli tra liquido e al di là).

Quello che Bruckner cerca di fare è di dare ai consueti luoghi comuni un...