The Prodigy - il Figlio del Male
di Nicholas McCarthy
28 marzo 2019
Al cinema esistono due livelli di implausibilità: l’implausibilità esterna, quella del fantastico per la quale accadono cose che sappiamo non essere possibili ma che accettiamo, e l’implausibilità interna, ovvero eventi assurdi o reazioni assurde dei personaggi che non sono giustificate dai presupposti di fantasia, e che quindi non possiamo accettare. The Prodigy – Il Figlio Del Male le riassume entrambe, ha dei presupposti di fantasia ma poi devia e fa accadere quanto di meno accettabile ci sia. Questo horror che arriva circa un anno dopo Hereditary a trattare (almeno per metà della sua durata) tematiche simili ha ottime intenzioni ma nessuna capacità di metterle in pratica.
C’è un demone che incarna diversi uomini e che ora vive dentro un bambino, il quale gradualmente dimostra segni di meschinità, insofferenza, cattiveria e omicidio. I genitori se ne accorgono e cominciano a portarlo da medici e ipnotisti fino a scoprire la verità. Sembra una trama da L’Innocenza Del Diavolo
Il classico filone del bambino posseduto (stavolta da un simil-Bob di Twin Peaks) diventa in The Prodigy un naufragio di buone intenzioni e pessimo cinema
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