Già dal colore dello spazio (non nero ma fucsia e verde) è chiaro che è cambiato qualcosa e siamo dalle parti di I Guardiani Della Galassia.

Thor: Ragnarok infatti è il ponte che collega l’universo Marvel terrestre a quello spaziale. Non compare nessuno dei personaggi della serie di James Gunn, ma c’è quell’estetica retro anni ‘80, compaiono le musiche disco ed elettroniche e quel rapporto tra ironia e autoparodia fondato da Star-Lord e soci: gli eroi consci del loro essere tali che aspirano ad aderire alla mitologia degli eroi, che capiscono bene di avere il dovere di essere in un certo modo. E proprio Thor, che di tutti gli Avengers era il più serioso, diventa qui il più consapevole e comicamente incapace di incarnare l’eroe classico (proprio lo stesso problema che rende comico Star-Lord), quello a cui non riescono perfettamente le entrate e le uscite in stile.

Certo è un cambiamento radicale e non sempre coerente al resto dell’universo e alle basi impostate, ma se questo testi...