C’è da rimanere stupefatti per tutta la prima parte di Trash, presentato in questi giorni nella sezione Alice nella città della Festa del cinema di Roma, dal fatto che un lungometraggio animato italiano sia realizzato con la perizia, la cura e la competenza dei migliori prodotti europei e asiatici (non ancora a livello dei migliori statunitensi ovviamente, specie sulla varietà e minuzia delle espressioni e quindi della recitazione). La storia di questi rifiuti animati che vivono un’avventura in cerca dell’Eden del riciclo (e con il terrore di finire risucchiati dagli spazzini) non ha texture da 4 soldi, non è illuminata da un’unica grande luce, né si rifugia nel pupazzoso che sa di clichè, ma anzi ha la via di mezzo tra realismo e cartoon che serve. Ancora di più, dopo poco è chiaro che i personaggi animati sono inseriti in ambienti ripresi dal vero. Veri sfondi, veri movimenti di camera lungo vere strade e veri interni, che ospitano personaggi digitali. Un’idea economica non male, int...