Tua per sempre, la recensione

Arrivato al terzo capitolo la serie iniziata con Tutte le volte che ho scritto ti amo cambia ancora. Era cambiata al secondo film, senza più Susan Johnson alla regia, dimenticando la sua natura epistolare e optando per il romanzetto di formazione, e cambia ancora adesso. Non c’è più Sofia Alvarez a scrivere e la storia sembra mancare di un centro, affiancando episodi con un intreccio debolissimo e più la voglia di raccontare la maturazione di una consapevolezza. Rimane un romanzo di Jenny Han alla base di tutto. Nel chiudere la trilogia (per il momento) Tua per sempre sembra riconoscere la sua natura industriale, di primo grande successo teen comedy con una protagonista di origini asiatiche. Parte infatti in Corea, con il ricongiungimento della protagonista con le proprie origini (anche sentimentali).