Partendo da quest’assunto quasi matematico, applicato alla lettera con una scrupolosità che ha quasi del doloso, Til Schweiger crea una gigantesca e lunghissima apologia del nostro passato ambientandolo nel presente. In primis questo sarà incarnato incarnato dagli anziani (tutti, dal primo fino all’ultimo che compare nel film, personaggi positivi), ma anche l’elogio dello strano e del fuori dai canoni (ma con amore, s’intenda!) è associato al fascino d’epoca che si batte contro il mondo omologato moderno, inquadrato e senza cuore. Le opposizioni sono chiare e sono queste, le armi con cui combatterle invece sono i controluce, le calze (che oggi sono effetti digitali), le margherite e una impensabile moda anni ‘30.
Un Viaggio Indimenticabile è infatti ambientato ai giorni nostri (ci sono dei telefoni cellulari ad assicurarcelo, altrimenti non sarebbe facile capirlo) ma è come se fosse una distopia, una specie di...
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