La recensione di Unrest, dal 22 febbraio su MUBI

Unrest di Cyril Schäublin è, più che una storia di cambiamento personale (come vorrebbe far credere), un film sull’idea di modernità tecnologica e politica di un’originalità spiazzante. Ambientato in un cantone svizzero nel 1872, si muove tra una fabbrica di orologi che sta cercando di aumentare la produttività e il piccolo microcosmo sociale e politico che la circonda. È tempo di elezioni comunali e il movimento anarchico operaio della fabbrica si sta organizzando per accrescere il numero dei propri sostenitori (sei anni prima, come viene ricordato, ci furono i tre mesi della Comune parigina a cui il movimento si ispira): Unrest ne segue il percorso, le dinamiche interne, le implicazioni politiche sulla vita quotidiana. Insomma già solo l’interesse narrativo del film è così particolare da creare curiosità.

È però evidente che l’interesse di Cyril Schäublin stesso sia in primis tematico: i due protagonisti (o meglio, gli uni...