Non è iraniano ma libanese L’Insulto, eppure nel suo ping-pong di pareri, giustizia e irrisolta capacità di arrivare al fondo di una diatriba si intravede Asghar Farhadi e i suoi film dalle dinamiche inconoscibili, in cui sembra che la giustizia non possa esistere.

Si intravede soltanto perché in realtà L’Insulto parte dalla dimensione personale ma poi fa di tutto per metterla in relazione con il pubblico. Qualcosa di molto piccolo che diventa molto grande, una guerra tra due persone per un’ingiuria, diventa la guerra tra due avvocati, che è la guerra tra un padre e una figlia, che diventa una guerra tra due religioni che è poi la guerra tra due fazioni politiche. Dalle strade ai notiziari, le tensioni (poco) trattenute del Libano di oggi tra libanesi e palestinesi, tra conflitti e orrori di guerra mai sanati sembrano essere lì lì per esplodere.

Questo film di Ziad Doueiri in realtà è un legal thriller in piena regola

Eppure descrivere così L’Insulto è forse la maniera più ingiusta di ...