Ricordi?
di Valerio Mieli
21 marzo 2019
È facilissimo odiare Ricordi?, perché è un film che osa. Osa prendere una posizione non facile, osa dire a viva voce di non essere come tutti gli altri film, osa essere messo in scena in modo tutto suo e soprattutto osa muoversi dalle difficilissime parti della poesia (il territorio più spinoso in assoluto al cinema). Eppure come si può non avere istintiva ammirazione per questo tentativo, riuscito non completamente, di ricostruire la storia molto ordinaria tra due persone attraverso i loro ricordi.
Fin da subito oscilliamo tra la linea temporale della storia sentimentale (conoscersi, innamorarsi, vivere l’idillio, entrare in crisi ecc ecc) e i ricordi dei due che la narrano, in un avanti e indietro sempre fallace. Spesso i ricordi non collimano (in quelli di uno c’è una folla, in quelli dell’altra no, i vestiti sono diversi e anche un po’ gli atteggiamenti), altre volte sono esagerati, palesemente deformati (l’onnipresenza della neve) e contaminati dai sentimenti. Qui sta l’arroganza ...
Non riuscito in pieno ma capace di trovare strade nuove intorno a temi abusati, Ricordi? è svantaggiato da un Marinelli non in forma
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