Nessuno mi può giudicare era un film indubbiamente riuscito, una commedia semplice e senza fronzoli, dotata però di una struttura solida, una messa in scena scorrevole e di un'ottima amalgama nel cast (come nei casi migliori composto da cavalli di razza sia in prima che in seconda fila, al pari di alcuni impagabili volti esterni al mondo del cinema). Già in quel film però esisteva una componente più facile e banale, buona per accattivarsi simpatie a poco prezzo, quella dell'attacco alla politica e ai politici, arraffoni e arroganti, cancro della società, soffocatori dell'intraprendenza dei singoli ecc. ecc. Un dettaglio lasciato in secondo piano che si è allargato fino a diventare film a sè in Viva l'Italia.

La costituzione italiana, il talento (sempre florido!) dei più umili, l'animo gretto dei potenti come in libro Harmony, il disinteresse dei politici e ancora le ingiustizie dei pregiudizi e i sogni...