La recensione di Un vizio di famiglia, al cinema dal 4 gennaio
Diventa subito chiaro quale sia l’origine del male, L’origine du mal del titolo originale di Un vizio di famiglia. È la figura paterna, radice di una perversione che ha riversato su tutta la sua (grande) famiglia. Un borghese arricchitosi con la propria attività, che ha accumulato un notevole patrimonio, rivelandosi però un pessimo genitore. Un teorema schietto e limpido, che non mancherà di esplicitare in un dialogo uno dei personaggi. Se sotto il sole non c’è quindi una tema nuovo, una nuova prospettiva, sono i modi con cui il regista, Sébastien Marnier, lo mette in scena, a rendere interessante il film.
Stephane (Laure Calamy), riesce, dopo la morte della madre, a trovare indirizzo e contatto telefonico del ricco padre, Serge (Jacques Weber), con cui da tempo ha rotto i legami. Decide così di andarlo a trovare nella lussuosa villa sul mare in cui questi si è ritirato. Quello che trova è un ambiente fam...
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