La recensione di The Zone Of Interest, il film di Jonathan Glazer in concorso al Festival di Cannes
Il cinema di Olocausto è composto da segni filmici così potenti, così iconici e caricati da così tanto significato dalla storia del cinema, che anche solo accennarli è più che sufficiente, anzi può essere anche più potente che rappresentarli in pieno. Questa è la grande intuizione di linguaggio dietro a The Zone Of Interest, film che si occupa della vita della famiglia di un ufficiale nazista, un pezzo grosso di Auschwitz che vive con moglie figli e servitrici ebree in una villetta proprio accanto al campo di cui vediamo e sentiamo il poco che si scorge da quella casa.
La torretta con le guardie è nello sfondo delle finestre, la ciminiera del forno spesso attiva e fumante sta dietro ai bambini che giocano in giardino, i muri hanno il classico filo spinato, scorgiamo i tetti a spiovente dei dormitori dei prigionieri, costantemente il paesaggio sonoro è composto da un sottofondo di spari,...
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