The Walking Dead sta per finire.

Dopo 11 stagioni, la serie creata da Robert Kirkman e Frank Darabont si avvia alla sua conclusione, iniziata (lentamente, come da tradizione) lo scorso 23 agosto con lo sbarco dell’undicesima stagione su Star di Disney+ – una novità assoluta dopo dieci anni di debutti su Fox, ma da qualche settimana c’è stato lo sbarco delle precedenti dieci stagioni sulla piattaforma, un’occasione per chiunque volesse lanciarsi in un bel binge di fine estate a base di zombi. Ammettiamo però che non siamo sicuri di quante siano queste persone: The Walking Dead è una delle serie più seguite e amate di sempre, ma anche una di quelle più divisive, che nel corso degli anni e delle stagioni ha perso una fetta sempre più consistente della propria fanbase che ha abbandonato la nave accusando gli showrunner di girare in tondo e di non avere idea di cosa fare con la storia.

Un destino anche peggiore di quello toccato a un’altra nota serie con (anche) gli zombi, Game of Thrones, che almeno è riuscita ad arrivare quasi sul traguardo prima di perdere definitivamente pubblico; e un destino che fa sì che chi ama The Walking Dead non abbia mai smesso di seguirlo e lo conosca a memoria, e chi l’ha abbandonato non ha, con ogni probabilità, alcuna voglia di dedicarsi a un rewatch completo (a meno di non fermarsi alla stagione X, dove X indica quella che secondo ogni persona segna il momento in cui TWD passa da “sì” a “no”). Il problema è che chi è interessato a scoprire come finiranno le avventure del manipolo di sopravvissuti che sono durati fino a ora sarà costretto ad aspettare: l’undicesima stagione di The Walking Dead si concluderà solo nel 2022, e gli episodi al momento stanno uscendo al ritmo di uno a settimana. Come fare dunque a ingannare il tempo? Be’, ci siamo qui noi: vi consigliamo dieci film di zombi che potete gustarvi nell’attesa dei prossimi episodi! Un paio sono classici indiscutibili che non possiamo non inserire in una lista del genere, gli altri sono pezzi di storia o perle un po’ meno conosciute: speriamo di riuscire a sorprendervi.

 

The Walking Dead night of the creeps

 

Dimensione terrore (1986)

Per cominciare, eccovi l’esatto opposto di The Walking Dead, firmato da Fred Dekker, lo stesso fenomeno di Scuola di mostri, qui al suo debutto. TWD è lenta e meditativa? Dimensione terrore è un giro di giostra. TWD è serissima ai confini con la depressione forzata? Dimensione terrore fa ridere almeno quanto fa paura, e forse anche di più. TWD parla di zombi, solo zombi, fortissimamente zombi, e a volte neanche quelli? Dimensione terrore ci sbatte dentro anche la fantascienza, gli alieni e le lumache assassine. Il motivo per cui non sia ancora venuto in mente di farne un remake aggiornato al 2021 ci risulta misterioso.

L’ombra che cammina (1936)

Per proseguire, eccovi The Walking Dead – è questo il titolo originale di L’ombra che cammina con Boris Karloff. Al di là del titolo (che è comunque estremamente preciso) non è esattamente un film di zombi, anzi in realtà è più dalle parti di Frankenstein: un innocente viene ingiustamente condannato alla sedia elettrica, e un chirurgo di una certa fama decide di resuscitarlo – e a quel punto il film diventa una sorta di mix tra Kill Bill e Final Destination, con i responsabili dell’esecuzione del Walking Dead che muoiono uno dopo l’altro di morti orribili.

La ragazza che sapeva troppo (2016)

Sottovalutatissimo dal pubblico e quasi completamente ignorato in Italia dove è arrivato solo su Netflix – ignorato forse anche a causa del pessimo titolo italiano che lo fa sembrare un thriller di terza fascia, mentre il titolo originale, The Girl With all the Gifts, la ragazza con tutti i doni (intesi come “doti”, non come “regali”), aveva un impatto completamente diverso -, La ragazza che sapeva troppo è la cosa più simile a un film su The Last of Us che abbiamo a disposizione al momento: è un viaggio a piedi attraverso un’America devastata da un fungo parassita che trasforma le persone in zombi, nel quale però l’equivalente di Ellie è anch’essa affamata di carne umana, per quanto senziente e particolarmente intelligente.

 

Tera morti viventi

 

La terra dei morti viventi (2005)

Impossibile non infilare Romero da qualche parte, e visto che parliamo di The Walking Dead la cosa migliore da fare ci sembrava citare il suo film che in un certo senso ci assomiglia di più. Perché La terra dei morti viventi è ancora meno interessato del solito a, appunto, i morti viventi, e si concentra molto sugli esseri umani e su come sono riusciti a ricostruire una parvenza di società anche dopo l’apocalisse. Rispetto a The Walking Dead ha un vantaggio, che è quello di portare avanti in parallelo alcune interessanti riflessioni sulla figura dello zombi, che anche se viene messo in secondo piano non viene mai dimenticato come ogni tanto succede nella serie AMC. Tra i film di zombi di Romero è probabilmente quello con il divario più ampio tra il suo valore e come viene considerato dalla critica e dal fandom.

Maggie (2015)

Maggie, o: quella volta che Schwarzenegger decise di dimostrare che era pronto per raccogliere l’eredità di Clint Eastwood. Certo ci sono gli zombi, certo c’è la malattia, l’infezione, la quarantena, il dramma di sapere che tua figlia si trasformerà presto in una creatura assetata di sangue. Ma c’è soprattutto l’ex governatore della California che giganteggia, l’austriaco dagli occhi di ghiaccio che catalizza su di sé tutta l’attenzione e anche tutto il malessere e l’assenza di speranza che caratterizzano la post-apocalisse del film di Henry Hobson. Interessante anche perché è un raro caso di film di zombi che si interessa di cosa succede nel mondo dopo che la piaga è stata contenuta e la società non è collassata.

One Cut of the Dead (2017)

Vale, moltiplicato per centomila, il discorso fatto all’inizio per Dimensione terrore: One Cut of the Dead è per molti versi l’opposto polare di The Walking Dead. Non perché manchino gli zombi, anzi: ce ne sono in abbondanza e fanno una quantità di cose violentissime e brutali come solo il cinema giapponese riesce a mettere in scena senza battere ciglio. Ma perché è impossibile non ridere guardandolo: One Cut of the Dead è la commedia horror più divertente dai tempi di Shaun of the Dead (e anche da molto prima, in realtà), una geniale operazione meta-cinematografica che è una dichiarazione d’amore non solo ai morti viventi ma a tutta la c.d. “settima arte”.

 

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Pontypool (2008)

C’è chi contesterà l’inclusione del film di Bruce McDonald in questa lista, ma considerando quanto è poco noto soprattutto dalle nostre parti puntiamo sul fatto che non sarete in tanti. Però è vero: tecnicamente Pontypool non parla di zombi, ma di un virus che si trasmette attraverso la parola, e trasforma gli infetti in creature prive di senno e affamate di violenza. È chiaro che l’interesse vero non sta tanto nell’infezione, quanto in quest’idea assurda e affascinante che basti sentire certe frasi per ammalarsi e perdere il senno; e nella scelta quindi di avere un DJ radiofonico come protagonista, e di raccontare quasi tutto il film da dentro la sua cabina, senza mostrare quasi nulla ma suggerendo, ammiccando, raccontandoci quello che accade lontano dalla macchina da presa.

Train to Busan (2016)

C’è chi l’ha descritto, appoggiandosi anche al fatto che entrambi sono di autori sudcoreani, come “Snowpiercer ma con gli zombi”. E in effetti la definizione è ragionevolmente adeguata: c’è un treno lanciato a tutta velocità che attraversa la Corea del Sud non durante una catastrofe climatica, ma durante un’invasione zombi. E ci sono quindi, come è giusto che sia, gli zombi, tantissimi zombi che danno vita ad alcune delle sequenze di pura azione migliori degli ultimi vent’anni del genere. Ignorate pure, invece, il suo sequel, Peninsula, uscito nel 2020 e che non riesce a replicare i fasti del predecessore.

White Zombie (1932)

Considerato da più parti il primo lungometraggio a base di zombi della storia del cinema, ve ne avevamo già parlato qui, e qui sotto potete vedervelo per intero.

 

 

Zombi 2 (1979)

L’alba dei morti viventi di George Romero arrivò in Italia in una versione riveduta e corretta da Dario Argento, che lo stesso Romero preferisce a quella uscita in America. In un certo senso è un film che è diventato “nostro”, come dimostra il fatto che un anno dopo Dardano Sacchetti scrisse la sceneggiatura di un sequel – non direttamente autorizzato da Romero, ovviamente, ma le leggi italiane permettevano di spacciare un film per “sequel di” anche senza legami diretti con l’originale, e nel caso di Zombi 2 l’intercessione di Argento aiutò a evitare casini. Il risultato, che uscì al cinema con il titolo di Zombi 2 (L’alba era uscito da noi come Zombi), è un capolavoro di ultraviolenza che shockò così tanto i poveri inglesi da finire catalogato tra i video nasty.

I film e le serie imperdibili

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