Dopo il teaser di qualche settimana fa, Netflix ha lanciato oggi il full trailer di A Classic Horror Story, il film italiano di Roberto De Feo e Paolo Strippoli in arrivo sulla piattaforma streaming il 14 luglio che verrà presentata in concorso alla 67esima edizione del Taormina Film Fest.

Non capita tutti i giorni di ritrovarsi davanti un progetto italiano (horror!) pronto a debuttare su Netflix in tutto il mondo, così ecco uno sguardo nel dettaglio ad alcuni dei momenti più suggestivi e intriganti dell’anteprima diffusa oggi.

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“Ti sembra di averlo già visto, ma devi solo guardare meglio”.

Come preannuncia il titolo, che allude a una classica storia dell’orrore, il film sembra voler giocare un po’ sugli stereotipi per ribaltarli. Un gruppo di persone, un viaggio, un incidente, una casa nel bosco e una musica per bambini, tutte cose ben note agli appassionati di horror e non solo; si tratta di una dichiarazione di intenti che stabilisce, tanto per usare un altro luogo comune, che l’apparenza inganna e ingannerà anche i protagonisti della storia.

Il film è stato girato in Puglia e a Roma, è stato prodotto da Colorado Film ed è stato definito come “un omaggio alla tradizione di genere italiana che, partendo da riferimenti classici, arriva a creare qualcosa di completamente nuovo“.

Menzione speciale per la rivisitazione musicale in chiave raccapricciante di “La casa“, la canzone composta da Vinícius de Moraes con il testo italiano di Sergio Bardotti, interpretato da Sergio Endrigo.

 

Il viaggio ha inizio

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Tra i protagonisti della pellicola ci sono Matilda Lutz, Francesco Russo, Peppino Mazzotta, Yulia Sobol, e Will Merrick. Le sequenze iniziali del trailer ci regalano uno sguardo ai personaggi ritratti in un momento ancora idilliaco, che giocano a un quiz. La domanda, ovviamente meta, riguarda It di Stephen King e nello specifico la vera cosa di cui Pennywise si nutre: la paura.

I momenti felici sono destinati a durare poco visto che un incidente porterà i ragazzi a perdere la bussola… in tutti i sensi.

 

Simbolismohorror story netflix-00083

Il trailer si apre con una testa di cervo, un animale che ha sempre rappresentato un tòpos al cinema e in televisione e che pertanto è ricco di simbolismo, da The Ring 2 a La cura dal benessere, passando per Hannibal, The Ritual e in attesa di Antlers. L’animale gode di un significato religioso praticamente da sempre, è legato alle cerimonie di culto e ai riti pagani, e A Classic Horror Story lo sfrutta a pieno. È un cervo l’animale che apre il trailer ed è un cervo la causa dell’incidente dei protagonisti.

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Un altro cattivo presagio: il cartello sugli animali selvatici vaganti ribaltato.

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Restando in tema simbolismo e cartelli, ecco un cartellone pubblicitario decisamente peculiare:

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Nel corso del loro viaggio in camper, i protagonisti si imbattono in un cartellone che promuove il latte Faima (“il latte della famiglia”). Il cartellone appare imbrattato ed è portatore di un oscuro presagio del destino che attende i protagonisti; anche in questo caso fa leva su un luogo comune: l’assenza di occhi e bocca per scatenare un effetto perturbante (si pensi ad esempio a Coraline).

Anche il latte al cinema ha un valore simbolico: simboleggia l’innocenza, la vera anima di qualcuno e talvolta viene usato per sottolineare dei contrasti. Tra gli esempi più recenti, Scappa – Get Out.

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Gli occhi tornano, verso la fine del trailer, in una sequenza di tortura.

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“Non c’è nessuna strada”

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Dopo l’incidente, che ha provocato ferite (più e meno gravi) ad alcuni componenti del gruppo, il personaggio di Peppino Mazzotta indica ai ragazzi di andare in strada e cercare aiuto. Presto si rendono conto di essere finiti in mezzo al nulla, lontano dalla strada, che è scomparsa misteriosamente. Davanti ai loro occhi si ritrovano una foresta e una casa di legno dalle porte rosse in mezzo a una radura.

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La casa è la dimora di un culto e i ragazzi scoprono di non essere “i primi” ad arrivare in quel posto. Lo dimostra una sequenza decisamente esplicativa: un mucchio di auto in stato di abbandono lasciano intendere che le persone approdate in quel posto non hanno più fatto ritorno.

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Le persone potrebbero in effetti essere le stesse impegnate a praticare un rito (un sacrificio?) in una sequenza ambientata di notte. Come è possibile notare, tutte indossano una maschera da cui spuntano delle corna.

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Osso, Mastrosso, Carcagnosso

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All’interno della casa, i protagonisti si imbattono nelle immagini di tre figure, che – come spiega il personaggio di Francesco Russo – sono Osso, Mastrosso, Carcagnosso, protagonisti di una leggenda.

La gente moriva di fame – spiega – e loro promisero di salvarli, ma non si ha mai niente per niente“.

Il ragazzo lascia intendere che le tre figure potrebbero garantire salvezza a patto di uno scotto.

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Proprio a questi tre cavalieri d’onore (li tri cavaleri d’anuri) sembrano essere dedicati alcuni sacrifici di animali:

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La storia fa riferimento alla leggenda di tre cavalieri spagnoli che vendicarono l’onore della sorella uccidendo un uomo e scontando 29 anni in prigione. La loro prigione divenne per loro un luogo sacro e inviolabile e lì lavorarono per stabilire le regole di una nuova società. Poi, come narra la leggenda:

Finalmente liberi dai ferri spagnoli i tre cavalieri […] si separarono; Osso decise di restare in Sicilia per divenire il fondatore di Cosa Nostra; Mastrosso, attraversato lo Stretto di Messina, si accasò in Calabria dove gettò le basi per la creazione della ‘Ndragheta; Carcagnosso proseguì la sua risalita lungo lo stivale fermandosi  in Campania dove diede vita alle primordiali strutture malavitose della Camorra.

La foresta

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Il momento di svolta del trailer ha per protagoniste Matilda Lutz e Alida Baldari Calabria, la giovane fata turchina del Pinocchio di Garrone. “Come si esce da questa foresta?” chiede il personaggio di Lutz alla ragazzina che sembra sapere più di lei di quel posto.

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Non è una foresta” ribatte lei scrivendolo su un taccuino: la ragazzina è muta o non può più parlare?

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“Tu sei la più preziosa, qui”.

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Qualcosa ci dice che Matilda Lutz finirà per essere l’ultima sopravvissuta del gruppo. Un personaggio chiave la definisce la “più preziosa” e nella sequenza in alto la troviamo ricoperta di sangue, davanti a degli schermi.

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Le torture le procurano delle stimmate come quelle di San Francesco (altri riferimenti religiosi):

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A giudicare dalla sequenza a seguire, invece, sembra che il personaggio riesca a trovare un modo per fuggire alla prigionia (da notare i nuovi indumenti e le mani fasciate).

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Le sequenze finali ci mostrano il personaggio che sembra avere un controllo di gran lunga maggiore rispetto agli altri, interpretato da Cristina Donadio, che agita il suo ventaglio.

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La donna compare a capo tavola e con le sue vesti rosso spicca su tutti gli altri, vestiti di colori smunti e sbiaditi. Un dettaglio rilevante è che i commensali hanno appoggiato sul tavolo le stesse maschere rituali indossate in altre sequenze.

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Impossibile allora non pensare a The Village:

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Ciliegina sulla torta, un momento in cui il personaggio di Francesco Russo cita titolo della pellicola: “Ma perché nessuno lo dice? Questo è proprio il classico film dell’orrore“.

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A Classic Horror Story, il film di Roberto De Feo e Paolo Strippoli, arriverà su Netflix in streaming il 14 luglio.

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