Ammettiamolo: Dying Light 2 e Rainbow Six Extraction non sono certo i primi videogiochi a tema “infetti” a venir immessi sul mercato. È altresì vero, però, che lo stesso concetto di infezione è mutato negli ultimi due anni, rendendo le persone molto più sensibili a determinati argomenti. Ne è una prova proprio il succitato titolo Ubisoft, che inizialmente avrebbe dovuto intitolarsi Rainbow Six Quarantine, ma che la software house francese ha ben deciso di rinominare. Una scelta legata ovviamente al periodo storico estremamente complesso che stiamo vivendo.

Per comprendere quanto i videogiochi attuali si discostino però dalla realtà, abbiamo deciso di mettere in evidenza quali siano i film dai quali gli sviluppatori hanno tratto ispirazione.

 

 

Dying Light 2, seguito del celeberrimo gioco creato da Techland, vede il protagonista Aiden Caldwell costretto a sopravvivere all’interno della Città, l’ultimo baluardo della razza umana. Impossibile non pensare immediatamente a La terra dei morti viventi, film del 2005 diretto da George Romero. In quel caso la cittadina era Pittsburgh, ma possiamo trovare situazioni molto simili tra le due opere. Dopotutto il fascino degli zombie sta proprio nell’evidenziare le differenti sfumature (spesso negative) dell’essere umano. Sia nel film di Romero che in Dying Light 2, infatti, non sono tanto i non-morti a far paura, ma i sopravvissuti alla pandemia. Sopravvissuti tramutati ormai in bestie e disposte a far qualsiasi cosa pur di prevalere sul prossimo. 

Ma non si fermano certo qui i riferimenti alle più celebri pellicole cinematografiche.

Quando si parla di “zombie che corrono” è inevitabile nominare 28 Giorni Dopo, film del 2002 diretto da Danny Boyle. Nonostante questo sia senza dubbio la pellicola più famosa a utilizzare questa speciale “classe” di creature, ci teniamo però a evidenziare come il primo zombie veloce – o se non necessariamente tale con una camminata molto spedita – risalga a La Notte dei Morti Viventi di Romero.

 

 

Ecco che Dying Light 2 sembra pescare proprio da queste opere, portando sullo schermo diverse tipologie di non-morti.

Il mondo del cinema non ha ancora sfruttato appieno l’infinita varietà di zombie presenti nel mercato videoludico, ma abbiamo notato un taglio interessante nel recente Army of the Dead. All’interno del film diretto da Zack Snyder, infatti, vediamo differenti approcci ai ritornanti. Abbiamo quelli rapidi, quelli più lenti, gli animali e alcune versioni più massicce e possenti dei normali esseri (non più) umani. Se questo concetto dovesse venire ampliato, è molto probabile che ci avvicineremmo maggiormente alla diversificazione presente in Dying Light 2.

 

 

Il discorso cambia sensibilmente quando spostiamo la nostra attenzione su Rainbow Six Extraction. Abbandoniamo l’infezione che rende le persone degli zombie per spostarci verso la fantascienza. Il titolo Ubisoft ipotizza, infatti, che un parassita alieno colpisca la Terra, dando inizio al tracollo della razza umana. Solamente grazie a un ristretto numero di agenti speciali sarà possibile tentare di risollevare le sorti del pianeta, ormai preda delle creature Chimera.

Cercare dei riferimenti cinematografici ben precisi per questo gioco è un po’ più difficile, perché troviamo differenti elementi all’interno della storia. Da un lato abbiamo il pericolo dell’infezione, con tanto di scienziati concentrati a trovare un modo per debellarla. Dall’altro abbiamo la squadra speciale incaricata di recuperare informazioni chiave sul parassita con azioni sul campo. Il primo film che ci viene in mente, pur con le dovute differenze rispetto al nuovo Rainbow Six, è La Guerra dei Mondi, ma tratta di una minaccia per certi versi differente. Extraction, infatti, non contiene Tripodi o astronavi, bensì creature più terrene e vicine ai più volte citati non-morti.

Nonostante un mood completamente diverso, Rainbow Six Extraction profuma anche di The Invasion, pellicola del 2007 con protagonisti Nicole Kidman e Daniel Craig. In questo caso troviamo il lato umano e scientifico della vicenda, allontanandoci però dalle sequenze action che caratterizzano altre sequenze di gioco. 

Insomma: sia Dying Light 2 che Rainbow Six Extraction traggono ispirazione da alcuni tòpoi narrativi ampiamente esplorati nel mondo del cinema. Se con il titolo Techland sono più facilmente distinguibili, il titolo Ubisoft presenta una maggiore difficoltà di interpretazione. Questo perché Extraction non fa della narrativa il proprio punto di forza, concentrandosi sul gameplay e limitando di conseguenza i riferimenti ad altri media. 

E voi che cosa ne pensate? Siete interessati a questi due videogiochi? Trovate che vi ricordino altri film che avete visto in passato? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o, se preferite, attraverso le pagine social di BadTaste.it.

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