Mutatis Mutandis
Mai dimenticare che l’ora X scattò con X-Men (2000) di Bryan Singer. Se questa è la saga madrina dell’epoca del cinecomic (9 capitoli al suo attivo) e Bryan Singer il regista padrino del movimento (4 regie da Marvel + 1 da DC) in un momento in cui si tende, per ragioni psicofisiche e di varietà editoriale, a non lasciare nessun regista più di tanto dietro la macchina da presa di un cinecomic, è interessante analizzare i pregi e i possibili difetti di una ormai corposa mitologia cinematografica con tanti elementi da soap opera, come si conviene al feuilleton anche fantastico dai fumetti originali X-Men di Stan Lee fino ad arrivare al fantasy spirituale tolkieniano oggi diventato più sporco grazie a Il Trono Di Spade.
X-Men è un inizio che poi è finito per poi ricominciare in attesa dell’alba di un nuovo tramonto.
Una saga così incasinata da generare un satiro casinaro ironicamente autoreferenziale come Deadpool.
Quando Hollywood non sapeva ancora prec...
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