“La maggior parte di ciò che segue è vero”. Si apre così Butch Cassidy (and the Sundance Kid, in originale). Con un’affermazione dubitativa. Un paradosso tra mito e storia vera con cui i due banditi del titolo devono convivere. Il west è fatto di leggende, e quello di George Roy Hill è ormai al tramonto. Le belle banche vengono chiuse perché rapinate di continuo. Al loro posto vi sono edifici sicurissimi, ma privi di fascino. L’innovazione del treno è ormai sorpassata: la gente non si sposta più nelle grandi distanze, e basta una bicicletta per raggiungere tutti gli angoli della città.
I titoli di testa di Butch Cassidy mostrano un film proiettato in un cinema, è simile alla Grande rapina al treno di Edwin S. Porter. Le gesta dei banditi sono materia da cinegiornale, cronaca che impressiona il pubblico, più vicina alla leggenda che alla realtà. Le immagini proiettate sullo schermo con tono seppia e graffi sulla pellicola furono girate per essere parte del film stesso.
In una seq...
Butch Cassidy è una lieve brezza in un mattino d’estate. È un vento che rinfresca e scalda al contempo. Ed è disponibile da rivedere su Star
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