Quando Rupert Grint ha iniziato a recitare era ancora così giovane da non avere una risposta alla domanda “cosa vuoi fare da grande?”. Un lavoro a tempo pieno, quello dell’attore, con cui ha spesso mostrato di avere un rapporto conflittuale. “A volte mi manca l’anonimato” dice, ma al contempo l’ansia più grande che ha accompagnato l’addio al personaggio di Ron Weasley in Harry Potter è stata proprio quella di non riuscire a emanciparsi. Come lasciarsi alle spalle un’icona pop così amata? Come diventare un attore adulto?

Mentre girava Harry Potter ha tentato altri ruoli senza gran fortuna. Qualcuno ricorda Pantaloni a tutto gas, film del 2002, in cui un bambino nato con due stomaci vuole diventare astronauta grazie alle sue flatulenze? Andò meglio con In viaggio con Evie del 2006 in cui condivide la scena con Julie Walters. La carriera in parallelo al personaggio di Ron Weasley è continuata con Wild Target – Una valigia per tre e Prigionieri del ghiaccio, uscito l’anno dopo la conclusione della saga. 

Rupert Grint non ha mai nascosto la sua fatica sul set di Harry Potter, un impegno che ha preso tutti gli anni della giovinezza con tutte le pressioni di una saga del genere.

A volte era alquanto soffocante. È stato un impegno giornaliero pesante per dieci anni a conti fatti. È stata un’esperienza grandiosa, una bella esperienza di famiglia. Un posto grandioso in cui ritrovarsi, ma, a volte, pensavo “Vorrei fare altro”, avere la possibilità di vedere cos’altro c’era da fare.

Possibilista riguardo all’idea di apparire in un ipotetico adattamento cinematografico Harry Potter e la maledizione dell’erede ha però disertato (probabilmente per altri impegni lavorativi) la reunion dei 20 anni.

Dopo Ron Weasley cosa ha fatto Rupert Grint?

Ha venduto gelati. Più o meno. Come Emma Watson e Daniel Radcliffe ha cercato di dare una svolta radicale scrollandosi di dosso il personaggio. Rupert Grint, è entrato in crisi. Ha più volte ammesso di non essersi sentito in grado di interpretare altri personaggi. Pensava di essere stato troppo nel ruolo per poter fare altro. Così ha acquistato un camioncino dei gelati bianco e rosa per tornare a casa l’ultimo giorno di riprese. Male che fosse andata, ha detto ai famigliari, avrebbe potuto fare il gelataio ambulante…

Così non è stato. Si è preso un anno sabbatico e si è goduto il suo status di star con qualche comparsata in tv. Ha portato la torcia olimpica nel 2012, ha fatto qualche doppiaggio e ha recitato insieme ad Alan Rickman in CBGB, film dedicato all’omonimo rock club di New York. Il film è stato distribuito in Italia solo in home video. Fu in scena con Shia LaBeouf, Evan Rachel Wood e Mads Mikkelsen in Charlie Countryman deve morire. Entrambi senza grande successo. Fa due doppiaggi nel 2014 e nel 2015 è nell’eccentrico e complottista Moonwalkers.

È il suo ultimo film.

Rupert Grint

Rupert Grint aveva bisogno di un nuovo media. L’ha trovato nel piccolo schermo, dedicandosi con maggiore successo alla serialità. Lo vediamo nel 2017 in Snatch, serie ispirata all’omonimo film di Guy Ritchie, nel ruolo anche di produttore esecutivo. Nello stesso anno si dedica alla commedia con Sick Note. Nel frattempo il suo corpo è cambiato, si è allontanato dal typecasting del giovane svampito, assumendo un aspetto più trasandato, malaticcio, assuefatto e depresso. Sempre muovendosi nelle produzioni inglesi interpreta l’ispettore Ispettore Crome in Agatha Christie – La serie infernale.

Il rilancio di Rupert Grint

Inizia così nel 2019 la sua stagione horror soprannaturale. Lo colloca lontano da ciò che era Ron Weasley, pur portandolo nei panni di personaggi simili nell’estensione emotiva. Non si lancia mai in grandi monologhi o intensi momenti da Oscar. Lavora meglio in funzione della storia. Lo si può trovare nell’episodio I sogni nella casa stregata nella serie Cabinet of Curiosities, ideata Guillermo del Toro, qui diretto da Catherine Hardwicke, ma il suo ruolo più in vista resta quello di Julian Pearce nella serie cult Servant. Lì interpreta un giovane zio malandato, dipendente da droghe e alcol, cinico e così stralunato da avere spesso il punto di vista giusto sulle incredibili vicende che coinvolgono la famiglia e il piccolo Jericho. 

Il sodalizio con M. Night Shyamalan sembra essere il viatico per un rilancio per l’attore che, diventato papà nel 2020, pare avere definitivamente accettato la sua strada. Una metamorfosi di personaggio degna dei Culkin. Una graduale discesa in ruoli sempre meno comici e sempre più marcescenti. E al cinema quando lo rivedremo? La risposta è: prestissimo!

Il 2 febbraio arriverà Bussano alla porta, il nuovo thriller di Shyamalan. Condividendo lo spazio con Dave Bautista, Rupert Grint sarà Redmond, un malintenzionato che sequestra una famiglia per… salvare il mondo dall’apocalisse. Una fine imminente che potrebbe invece essere il consolidamento di un nuovo inizio per l’attore.

Che sia giunto il tempo di salutare per sempre Ron Weasley?

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