Quando uscì nel 2003, Daredevil mise d’accordo un po’ tutti, ma non per i motivi sperati. Il film diretto e scritto da Mark Steven Johnson venne rapidamente definito “pessimo”, finendo rapidamente nel dimenticatoio nonostante i buoni incassi. Il devastante insuccesso dello spin-off dedicato a Elektra contribuì a dare la mazzata finale al personaggio ideato da Stan Lee e Bill Everett. Sino all’avvento della serie Netflix, ovviamente.

Sono passati diciotto anni e, lentamente, alcune persone hanno iniziato a rendersi conto anche dei pregi della pellicola con protagonista Ben Affleck. Un Ben Affleck che per primo ha affermato qualche anno fa di odiare profondamente Daredevil, a differenza di Charlie Cox, che ha ribadito di amare questo film.

Ma cosa è andato storto nel film del 2003? E, soprattutto, è davvero tutto da buttare, oppure esiste un modo per apprezzare al giorno d’oggi le avventure del Diavolo Rosso?

 

Daredevil

 

Partiamo da un discorso oggettivo: la scrittura di Mark Steven Johnson non riesce a nascondere la natura intrinseca del regista. Il cineasta americano, infatti, è celebre per i propri lavori nel campo delle commedie romantiche, come ha dimostrato prima e dopo il suo Daredevil. Il risultato è che l’intero film si focalizza sulla storia d’amore tra Matt Murdock ed Elektra, tralasciando, per esempio, la vita quotidiana da avvocato dell’alter ego di Devil. 

Questo non sarebbe nemmeno un problema grave, se non fosse che i rapporti di causa/effetto tra i personaggi funzionano a malapena. I due innamorati non comunicano e questo li porta ad agire in modo apparentemente causale per poi litigare tra di loro come bambini troppo cresciuti. Durante tutta la pellicola capita solo raramente di empatizzare con i due eroi e, quando ciò accade, ci si rende conto che il motivo è da trovare nella bravura dei due attori e non nella scrittura dei dialoghi. 

Alla sceneggiatura traballante si aggiunge poi una scarsa attenzione sul passato di Matt e una caratterizzazione dei villain che li rende delle macchiette ambulanti. Anche questo secondo punto non sarebbe un vero e proprio problema, se non per il fatto di evidenziare nuovamente la mancanza di causa/effetto nei vari punti chiave del film. Non ci viene mai spiegato perché la polizia si rechi ad arrestare Wilson Fisk alla fine del film e il rapporto tra Devil e Bullseye è ancora una volta paragonabile a quello di due bambini che litigano.

Eppure qualcosa di buono, in Daredevil, c’è: la sua Director’s Cut.

Uscita in Blu-ray nel 2008, questa nuova edizione contiene ben 30 minuti di scene aggiuntive, modificando sostanzialmente il film di Johnson. Poche righe fa avete letto alcune delle critiche mosse a determinati problemi della pellicola. Quello che sorprende della Director’s Cut, però, è che proprio questi problemi trovano una soluzione, e si corregge gran parte delle criticità del film. 

Non solo il film ha subito un nuovo montaggio, ma l’intera gestione della trama sembra ora meno incentrata sulla storia d’amore tra Matt ed Elektra. È stata inserita, inoltre, una storyline del tutto nuova, che vede il nostro avvocato cieco difendere un ragazzo (interpretato dal cantante Coolio) accusato ingiustamente di omicidio. Questo porta anche all’incriminazione di Fisk, rendendo il finale più sensato e corretto.

Aggiungete una lunga parte dedicata alla giovinezza di Matt e una maggior attenzione all’aspetto religioso del personaggio ed ecco che quel film zoppo del 2003 diventa, quantomeno, un’opera dignitosa e da non demonizzare. Certo, alcuni problemi rimangono. Alcune scene appaiono ovviamente ridicole ancora al giorno d’oggi (la lotta nel parco giochi su tutte), ma l’impatto finale è del tutto diverso. Guardare per credere.

Daredevil è quindi un film da rivalutare?

La risposta, ovviamente, non sta certo a noi. Quello che vi invitiamo a fare, però, è di recuperare la Director’s Cut per avere una visione corretta di un film che, pur con dei difetti, intrattiene per tutta la sua durata. Potreste scoprire, a distanza di tanti anni, che Daredevil è un’opera figlia del suo tempo, con tutti i pregi e i difetti del caso. Ma fidatevi: i film brutti di supereroi sono altri.

Non è vero, “Venom”?!

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