Al di là del suo valore in quanto film, la cui misura lasciamo alla vostra coscienza, bisogna ammettere che Renfield nasce da un’idea bellissima e potenzialmente vincente non solo per l’opera in sé, ma in generale per una Hollywood sempre più incistata nei suoi stessi meccanismi di riciclo. Si prende un personaggio, secondario ma di culto, e lo si eleva a protagonista; lo si emancipa dal suo riferimento e si racconta una nuova storia nella quale quella che tradizionalmente è vista come una spalla diventa il centro dell’attenzione. Certo, nel caso di Renfield questo significa avere Nicolas Cage che fa Dracula e lasciarlo in secondo piano in favore di Nicholas Hoult, ma questo è un altro problema.

Il punto è: se Renfield dovesse funzionare, perché non riprovarci con uno, due, dieci altri personaggi di quel tipo? Famosi, molto amati dal fandom (sempre che i romanzi classici abbiano un fandom), pronti a fare il grande salto e diventare protagonisti di un film tutto loro. Noi ne abbiamo raccolti dieci, il nostro consiglio a Hollywood per una serie di progetti nell’imminente Personaggiosecondarioverse. Se Hollywood dovesse leggere e rivelarsi interessata, che ci contatti pure: abbiamo ancora tantissime altre idee.

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Fritz/Igor (Frankenstein)

La scelta più logica dopo un film su Renfield è quella di fare un film su Igor, o Fritz, insomma l’assistente (tipicamente gobbo) del dottor Frankenstein che lo accompagna nelle sue avventure notturne nei cimiteri ed è al suo fianco nel momento in cui il chirurgo restituisce la vita a un corpo morto. Ci sarebbe riuscito, il dottore, senza l’aiuto del suo fido assistente? È quello che si chiede questa simpatica commedia con protagonista Jonah Hill, e un eccezionale Clint Eastwood nei panni di Frankenstein.

Gandalf (Il signore degli anelli)

Qui ci sono due possibilità. O la sua origin story, Il giovane Gandalf, compresa la scena in cui fa le capriole al rallenty nel prato perché ha appena scoperto dove si trova l’Unico Anello. O in alternativa un film alla The Raid, un’ora e quaranta di azione ininterrotta che ci mostra il combattimento tra lui e il Balrog, dal tuffo nell’abisso fino alle mazzate in altissima montagna. Noi votiamo la seconda.

Grimaud, Bazin e Mosqueton (I tre moschettieri)

Questa è una fine operazione intellettuale e un po’ postmoderna. Perché gli stessi tre moschettieri, in un certo modo, non sono i veri protagonisti del romanzo di Dumas: quello è il quarto, Topolino D’Artagnan. Sarebbe troppo facile però raccontare la loro storia: noi spingiamo invece per una commedia in stile Scappo dalla città nella quale i tre servi dei tre moschettieri mandano a quel paese i loro capi e se ne vanno nelle campagne della Loira a bere vino e provarci con le ragazze locali.

Renfield gatto

Il gatto e la volpe (Pinocchio)

Fin troppo facile: Bradley Cooper e Anya Taylor-Joy sono il gatto e la volpe in uno heist movie che racconta di quella volta che la coppia provò a rapinare la banca centrale della città di Acchiappacitrulli e fallì, ritrovandosi senza soldi e costretta a scroccarli a uno sfigatissimo burattino di legno parlante.

Inigo Montoya (La storia fantastica)

È da vent’anni che Inigo Montoya aspetta il momento giusto per vendicarsi, che casualmente si presenta proprio quando stiamo seguendo la storia di Westley e Bottondoro. Questa volta non chiediamo una versione alternativa della storia già nota, ma una vera e propria origin story: raccontateci questi vent’anni e nessuno si farà male.

Ismaele (Moby Dick)

Immaginate: dopo mesi e mesi in mare al servizio di un tizio ossessionato da un cetaceo, Ismaele decide che non ne può più, si licenzia alla prima occasione disponibile e si sposta nell’entroterra. Qui scopre la montagna: Ismaele dei boschi è un film intimista e silenzioso ambientato tra picchi innevati, dove i cetacei non arrivano.

Cipì

Margherì (Cipì)

Se non avete mai letto Cipì di Mario Lodi fatelo immediatamente. Se l’avete letto già saprete che è uno dei romanzi più tragici e strappalacrime mai scritti. Il personaggio di Margherì è particolarmente tragico: è immobile, perché è una pianta, e quindi passa le giornate contemplando il mondo, in attesa impotente del giorno in cui il contadino arriverà con la falce e lei morirà senza poterci fare nulla. Il film su di lei sarà il primo film in stop motion della carriera di Lars von Trier.

Passepartout (Il giro del mondo in 80 giorni)

Phileas Fogg si prende tutti i meriti (e pure la donna, alla fine), ma è il povero Passepartout quello che durante quegli ottanta giorni circa fa gli stunt più assurdi – la solita storia della mente e del braccio, nella quale il secondo è quello che solitamente si piglia tutte le mazzate. Nel film, Passepartout (Timothée Chalamet) abbandona il suo padrone (Kenneth Branagh) quando i due si trovano in Giappone, e fugge da Yokohama per andare a unirsi a un dojo e diventare un esperto di arti marziali. Con il potere dei suoi calci volanti sconfiggerà il terribile signore della guerra locale e si innamorerà, corrisposto, della giovane e bellissima Sakura, la figlia del sindaco.

Sallah (Indiana Jones)

Sallah è uno dei più grandi avventurieri dell’epoca moderna, eppure Indiana Jones lo usa come un Uber, chiamandolo solo quando è in zona e ha bisogno di qualcosa e per il resto dimenticandosi della sua esistenza. Forse più che un film ci vorrebbe una serie TV, Sallah’s Adventures, che ci racconta tutte le cose incredibili che il nostro eroe ha fatto mentre Indiana non guardava.

Watson (Sherlock Holmes)

Potreste obiettare che Watson è già il vero protagonista delle storie di Sherlock Holmes, visto che è lui che ce le racconta ed è quindi suo il punto di vista dal quale le vediamo. Vero, ma restiamo convinti che il povero dottore si meriti l’occasione di dire, una volta nella vita, “Sherlock, hai rot[REDACTED]” e andarsene da qualche parte su un’isola tropicale a bere mojito e prendere il sole. D’accordo, non verrebbe fuori un gran film, ma pensate quanto sarebbe felice Watson.

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