Negli ultimi giorni Final Fantasy VII è tornato sotto la luce dei riflettori grazie a un evento trasmesso per festeggiarne i 25 anni di vita del titolo. Senza entrare nello specifico degli annunci, che trovate comodamente riassunti nel link più sotto, abbiamo però deciso di soffermarci su una pietra miliare dell’universo legato a Cloud e ai suoi amici. Stiamo ovviamente parlando di Final Fantasy VII: Advent Children, film in Computer Grafica del 2005 che è tanto amato quanto odiato dagli spettatori di tutto il mondo.

Final Fantasy VII Advent Children

UNA TRAMA NON PER TUTTI

Advent Children è ambientato due anni dopo gli avvenimenti vissuti nel settimo capitolo della celeberrima saga di Square Enix. Dopo la distruzione di Midgar, i sopravvissuti si sono trasferiti nella nuova città di Edge. Tutto sembra andare per il meglio, quando una misteriosa malattia nota come Geostigma inizia a colpire le persone. A questo si aggiunge l’arrivo di Kadaj, Yazoo e Loz, tre guerrieri che sembrano essere la trasposizione fisica dello spirito di Sephiroth.

Nonostante le evidenti problematiche di ritmo, la trama di Advent Children ha un difetto ben più grande: l’essere totalmente incomprensibile a chi non ha giocato al titolo del 1997. Salvo l’evoluzione psicologica di Cloud, tutti gli altri personaggi rimangono ancorati alla loro versione videoludica, risultando delle mere macchiette per lo spettatore medio. Lo stesso si può dire della storia di fondo, che pesca a piene mani dagli avvenimenti del gioco, ma senza raccontarli nuovamente. Il risultato è un’opera che può apparire anche discreta per gli appassionati, ma semplicemente oscura per tutti gli altri.

Final Fantasy VII Advent Children

UNA MESSA IN SCENA SONTUOSA

Quello che non smetteremo mai di dire è come Final Fantasy VII: Advent Children sia un gioiello dal punto di vista estetico. I modelli 3D e la messa in scena di ogni singola sequenza sono sensazionali, dimostrando a tutti come fosse possibile realizzare un prodotto in CGI di qualità ben diciassette anni fa.

Per non parlare delle sequenze action, così belle da fare scuola all’interno dell’industria cinematografica. È innegabile che negli ultimi anni si fatichi a trovare delle scene d’azione meritevoli di attenzione da un punto di vista meramente tecnico. Telecamere ballerine, coreografie piatte e/o semplice pigrizia generale rischiano spesso di prendere il sopravvento, lasciando pochi momenti davvero entusiasmanti all’interno di un film. Advent Children, invece, ha uno scontro più bello dell’altro, con dei picchi verso l’alto in almeno un paio di sequenze. Questo perché, anche grazie all’assenza di attori reali costantemente in scena, i videogiochi possono permettersi azioni folli e una direzione nettamente più controllata. La pellicola diretta da Tetsuya Nomura riesce inoltre a pescare a piene mani da diversi linguaggi, mescolandoli con sapienza. Un po’ videogioco, un po’ anime e un po’ film “classico”, il risultato è una serie di situazioni tanto esagerate quanto meravigliose da vedere.

Final Fantasy VII Advent Children

HA SENSO RECUPERARE ADVENT CHILDREN?

E veniamo al punto attorno al quale ruota l’intero articolo: ha senso guardare questo film, oggi?

La risposta, come sempre, non è semplice quanto ci si possa aspettare. Da un lato si tratta di un pezzo di storia che dimostra quanto la CGI fosse già avanzata nel 2005 e come potrebbe essere sfruttata oggigiorno per realizzare splendide sequenze action. D’altro canto, però, Final Fantasy VII: Advent Children rimane un film “di nicchia”, caldamente sconsigliato a chi cerca una trama comprensibile e fruibile senza aver giocato al videogioco. Diciamo che sarebbe come guardare Avengers Endgame senza aver visto i precedenti film del MCU. Possibile? Certamente. Sensato? Forse non così tanto.

Se vi siete avvicinati al franchise grazie al recente Final Fantasy VII Remake, infine, la risposta sta nel mezzo. Magari non ora, ma sappiate che in futuro è probabile che questo film possa risultare più importante a livello di lore di quanto possiate immaginare. Solo il tempo potrà darci tutte le risposte.

Segnaliamo inoltre che il film al momento non è più presente in nessuna piattaforma di streaming, ma può essere acquistato in DVD o Blu-Ray. Oltre alla versione originale, nel tempo è stata distribuita anche una “Complete Edition” con 26 minuti extra e numerose migliorie tecniche, che rendono il tutto ancora più gradevole da vedere.

Piccola nota a piè di pagina, giusto per correttezza: il film non è mai stato tradotto in italiano e può essere visto in giapponese o inglese, con al massimo i sottotitoli nella nostra lingua. Ennesimo motivo per cui quest’opera risulta poco appetibile per l’utente medio, che vuole guardare il film nel modo più disimpegnato possibile.

Classifiche consigliate