Molte persone – ben più titolate del sottoscritto – nel corso di questi 39 anni che ci separano dall’uscita nei cinema del capolavoro di Melvin James Kaminsky e Gene Wilder noto come Frankenstein Junior, hanno scritto tutto e di più in merito.

Quindi se stessi qua a parlarvi del rigore filologico con cui Brooks ha omaggiato le pellicole dei Mostri Classici della Universal così fortemente volute dal fondatore della major Carl Laemmle, dell’umorismo yiddish di cui è intriso il film, degli aneddoti legati alle varie battute in lingua originale e al geniale adattamento italiano di Mario Maldesi o del viaggio produttivo che ha dato origine a questa gemma della cinematografia, risulterei solo ridondante.

Pertanto porterò tutto sui binari più intimi della stretta relazione d’amore che mi lega a questo film da tempo immemore.

Ergo, se non siete amanti del sentimentalismo più spinto, girate alla larga. Questo articolo ha più cartelli di “Sciò! Pussa via!” del terren...