John Carpenter aveva profetizzato che, con il tempo, avremmo amato molto di più Fuga da Los Angeles rispetto al primo capitolo 1997: Fuga da New York.

Difficile da credersi. Il film del 1981, ambientato nel 1997, è un’opera di fantascienza crepuscolare e pessimista. Jena Plissken un eroe action riuscito; un uomo in un mondo senza più morale che decide di sopravvivere seguendo il proprio codice di regole. E per questo è superiore a tutti gli altri che popolano la città-prigione di Manhattan.

Fuga da Los Angeles, arrivato nel 1996, è invece un film che sembra perdere i pezzi, sconfinando nel camp e nell’ironia, ma troppo timido per essere veramente originale. Sembra più un remake che un sequel. Mantiene tutti i punti essenziali: un timer sulla vita di Jena, una città prigione da espugnare, la vita e le azioni del presidente come chiave per la sopravvivenza dell’umanità. 

Non aiuta di certo la povera CGI, curata dai poveri artigiani dello studio Buena Vista Visual Effects che prima di all...