Il 9 febbraio del 2001 arrivava in Italia Hannibal di Ridley Scott. Il seguito de Il silenzio degli innocenti non ne condivide la forza né la raffinatezza, ma ha avuto la stessa (se non maggiore) capacità di fare parlare di sé.

Il seguito delle gesta di Hannibal Lecter (un Anthony Hopkins più divertito che concentrato) e di Clarice Starling (interpretata questa volta da Julianne Moore) si concentra sulla carne e sul male. C’è la deformazione di Mason Verger, sfigurato dopo un incontro con il terribile psicologo, c’è l’avidità e c’è il cannibalismo sotto ogni sua forma. Il film cerca di scandalizzare in ogni modo. A volte lo fa goffamente, con montaggi flash dei delitti e musica concitata -quanto è invecchiato male questo stile anni ’90-. Altre volte ci riesce in pieno con il gusto del macabro: un personaggio impiccato dal balcone di Palazzo Vecchio di Firenze con un taglio nella pancia che fa cadere le budella sulla folla. C’è la malavita sarda, specializzata nei sequ...