Innocenti Bugie è su Disney+!

Innocenti Bugie di James Mangold ha scoperto qual è il punto di contatto tra la commedia romantica e l’action: il desiderio che provano i personaggi è lo stesso. O, per lo meno, è profondamente compatibile. Le donne frivole da commedia rosa sognano l’uomo tutto d’un pezzo. Il principe azzurro moderno è colui che risolve i problemi, imbattibile e sicuro di sé. Nel film, il Roy Miller di Tom Cruise è proprio questa cosa qui. Un essere vitruviano, perfetto in tutto, persino nel suo essere sempre nel giusto. Quando usa la violenza è solo per difendere la “sua bella” e il mondo. È un galantuomo alla 007: mette un bikini a June Havens, il suo interesse amoroso, senza guardare. Forse.

Allo stesso modo la ragazza, interpretata da Cameron Diaz, sembra cresciuta a matrimoni, vestiti e automobili. Le sue storie d’amore sono fisiche, mai intellettuali. Il suo ex è un pompiere, che nulla può di fronte al prestante Tom Cruise. La divisa e il coraggio di buttarsi nelle fiamme hanno un fascino minore della spia misteriosa. La sua adorazione cieca e senza perdite di tempo (quindi senza dubbi o ripensamenti) esercita un’attrazione magnetica per Roy, che se ne stupisce. Rimane un po’ stordito, ma molto eccitato. Ha trovato la sua Bond girl, la sua ragazza da sfondo perfetta. Quella che può aiutare, ma alla fine cade in trappola. Per fortuna però, lei è anche facile da salvare. Un bacio di ringraziamento, a volte anche qualcosa di più, e via!

Azione e romanticismo come notte e giorno

L’eroe action ha bisogno della ragazza da commedia per realizzarsi e viceversa. L’uomo bello, forte e misterioso è un trofeo troppo perfetto per non vantarsene con le amiche in un film romantico. Come Knight and Day, cavaliere-notte e giorno nel gioco di parole del titolo originale, i due dipendono l’una dall’altro. 

Innocenti bugie sacrifica la trama e punta tutto sull’atmosfera solo per seguire questa intuizione. Si può fare il perfetto film “2 in 1”, magari anche conquistando due pubblici differenti? Al botteghino queste cose funzionano raramente. Ciò che è difficile da incasellare è anche complesso da vendere, e non avrebbe dovuto stupire più di tanto l’insuccesso commerciale. 

Tutto nasce da una sceneggiatura passata tra le mani di 12 sceneggiatori nel corso degli anni e intitolata Trouble Man. La forma finale arrivò grazie a Patrick O’Neill, unico accreditato nel film, il cui compito è stato probabilmente quello di ridurre all’osso la storia. 

La trama di Innocenti bugie

June è indaffarata per i preparativi del matrimonio della sorella. Sta per prendere un aereo. Nel terminal si scontra con il bel Roy, di cui si innamora subito. Lo segue sul volo e si ritrova invischiata in un complesso intrigo internazionale. Un’invenzione rivoluzionaria, una batteria potenzialmente eterna, è contesa dai servizi segreti di tutto il mondo. Buoni e cattivi si combattono, ma chi sta dalla parte di chi? In mezzo a questa guerra segreta c’è la ragazza, trascinata di qua e di là tra botte, sparatorie ed esplosioni. Fondamentalmente è interessata solo a capire quali siano i suoi veri sentimenti del suo compagno di avventura.

Innocenti Bugie Tom Cruise

È un sottile filo quello che tiene insieme il film evitandogli di deragliare completamente. Si spezza, come prevedibile, negli ultimi minuti finali. Per il resto però James Mangold riesce a spaziare tra le risate e gli stunt amando le due facce del film in ugual modo.

La regia salta tra i due generi

Quando siamo nella prospettiva romantica, e quindi osserviamo dalle spalle di June, l’azione è tagliata o fuori campo. Svenimenti, droghe, confusione, salti temporali, permettono di andare veloci sulle colluttazioni. Perché al personaggio non interessano anzi, la infastidiscono! Quando è Tom Cruise a fare da padrone, la figura femminile si mette in disparte, osserva, e il film diventa un one man show. 

Innocenti bugie è arrivato in un periodo chiave per la carriera dell’attore. Nel 2010 il modello di Mission Impossible era emulato da tutti i film action. Cruise si ritrovava con gli anni che salivano e senza il tratto distintivo che lo caratterizzava di più. Allora ha iniziato a rilanciare, a variare la formula. Sappiamo come è andata: la saga è diventata sempre più fisica ed estrema, con cose che solo lui può fare. E sono arrivati film come questo: prove generali per un cambio nella tradizione dei film muscolari. 

Sembra concepito oggi, con la crisi dei modelli tradizionali dei personaggi maschili e femminili. Forse era arrivato troppo presto, quando ancora il cinema si muoveva sugli stessi binari di rappresentazione percorsi da anni. Per questo Innocenti bugie è invecchiato stranamente bene. Con la cultura di 12 anni dopo le battute sui ruoli autoimposti di” maschio alfa” e “donna frivola”, suonano più stizziti e polemici di quanto fossero quando il film è arrivato al pubblico.

In questa operazione c’è però un difetto di fabbrica. Cioè l’avere assegnato all’attore interprete per eccellenza dell’agente segreto il ruolo di eroe; al volto acqua e sapone perfetto, cioè Cameron Diaz, la parte dell’interesse amoroso. Ciò non è più possibile, nemmeno credibile, dopo la “cura Charlize Theron” vissuta dal cinema.

Innocenti Bugie

Prima e dopo Charlize Theron: la soluzione per Innocenti bugie

Furiosa e Lorraine Broughton di Atomica Bionda hanno guidato la rivoluzione al femminile dei film con le pistole e le botte. Sono arrivate le versioni in live action Black Widow e Wonder Woman, Mulan e Captain Marvel, ma anche interpretazioni più carnali e meno supereroistiche. Angelina Jolie ha fatto Salt. Jessica Chastain combatte in Ava. Scarlett Johansson diventa Dio in Lucy. L’elenco potrebbe andare avanti ancora molto con titoli dalla qualità incostante, ma indicatori di un cambiamento in seno a questo genere. 

Nel frattempo il ruolo maschile classico è andato in crisi. Nemmeno James Bond è più l’eroe senza macchia immortale. Il seduttore infallibile nell’epoca moderna deve fare cilecca per risultare interessante. Così Innocenti bugie avrebbe potuto anticipare tutto questo ribaltando il suo cast.

La stessa storia sarebbe stata ancora più forte se a interpretare il ruolo della vittima fosse stato il tipico uomo da commedia. Un belloccio stereotipato, trascinato contro la sua volontà di qua e di là, innamorato della donna che l’ha salvato. Un’agente che non ha tempo per i flirt, che ama sporcarsi le mani e ricoprirsi di sangue altrui (e a volte anche del proprio). 

Sarebbe stato un atto di riappropriazione dell’immagine. Avrebbe raccontato ancora meglio in chiave satirica la libertà raggiunta e la distorsione al contrario che si rischia di avere. Cioè quella di personaggi femminili che non si possono più innamorare, per non essere tacciate di passività nel racconto e di uomini che non possono arrivare alla fine senza versare una lacrima o esprimere la loro sensibilità guardando un tramonto. 

Innocenti bugie doveva diventare Bugie innocenti. L’opposto di quello che è adesso. Serviva un Tom Cruise incapace di cadere in piedi e una Cameron Diaz sveglia e durissima. Sarà veramente difficile vedere un suo sequel o un reboot. Se mai qualche sceneggiatore dovesse riprendere in mano per la tredicesima volta questo materiale, si troverebbe di fronte a quest’unica mossa vincente. Ribaltare tutto, per raccontare ancora meglio il cinema.

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