Emergendo dal nero sulle note di un accordo di organo firmato da Arvo Pärt, un coccodrillo entra lentamente nell’acqua torbida di una palude, simbolo di potenza ferina e possibile presagio della violenza incombente sulle incontaminate terre che la macchina da presa accarezza. Una voce maschile si sovrappone alla musica: “Cos’è questa guerra nel cuore della Natura?”. Così inizia La sottile linea rossa, di cui oggi ricorre il ventennale dall’uscita (esordì nelle sale il giorno di Natale del 1998). Più che un film, un monumento poetico, arrivato a quattro lustri dal precedente lavoro di Terrence Malick – il disastroso, commercialmente parlando, I giorni del cielo – e che, sin dalle prime battute, pone l’accento sul messaggio di cui il cineasta si fa profeta.

La guerra nel cuore della Natura cui accenna la voice over del soldato Witt (Jim Caviezel) ha una doppia valenza: accenna infatti ai conflitti interni al mondo selvaggio, con forze primo...