Coloro tra voi che hanno più di qualche anno sul groppone ricorderanno probabilmente Venerdì con Zio Tibia, o se preferite il titolo della prima edizione lo Zio Tibia Picture Show. Per chi non è ancora schiacciato dal peso dell’età, eccovi un riassunto: era una trasmissione tutta italiana, presentata da un pupazzo chiamato per l’appunto Zio Tibia il quale, con fare inquietante e risata malefica, presentava ogni sera un film diverso; e quindi il programma era un contenitore per film horror di ogni tipo, dai grandi classici Universal a bizzarrie di culto tipo De Lift, l’horror sull’ascensore assassino. Oggi Zio Tibia è andato in pensione, in compenso abbiamo le piattaforme di streaming: su Netflix, per esempio, è appena arrivata un’infornata di horror che coprono quasi quarant’anni di storia, e che sono perfetti per una lunga maratona agostana.

Non siamo sicuri del perché, ma l’estate è da sempre la stagione horror per eccellenza. Ci sono un sacco di ipotesi che potrebbero spiegarlo, e molte hanno a che fare con la considerazione che il genere è spesso stato trattato con sufficienza, come se fosse qualcosa di minore: l’estate è tradizionalmente riservata alle uscite che in altri momenti dell’anno non troverebbero posto, e spesso gli horror rientrano in questa categoria, e anche la programmazione televisiva va incontro a una pausa dalle novità – e i film di paura sono spesso la toppa usata per coprire questo buco. E sapete cosa? Pazienza se le motivazioni non sono nobili: noi siamo felicissimi che con l’arrivo dei primi caldi i cinema e la TV comincino a premere sull’acceleratore e a programmare un horror dietro l’altro; e siamo ancora più felici che oggi ci si possa organizzare comodamente una maratona a tema senza alzarsi dal divano.

Le nuove uscite su Netflix ci hanno ispirato quella che segue; siamo sicuri che non farete fatica a notare il fil rouge che collega gli otto film: mettono tutti, in un modo o nell’altro, in guardia contro l’andare in vacanza…

 

La casa

 

La casa (2013)

Non l’originale di Sam Raimi, ma il remake datato 2013 e firmato dall’allora esordiente Fede Álvarez, che nel frattempo si è fatto un nome grazie soprattutto a Don’t Breathe, del quale sta producendo il sequel. Nonostante il modello originale sia uno dei culti più di culto della storia dei film di culto, Álvarez è riuscito a creare un remake che non ha offeso il fandom, e anzi si è beccato parecchi applausi per il suo approccio massimalista e ultragore e la sua scelta di staccarsi dall’originale per dare una visione personale del franchise.

Non aprite quella porta (1974)

Questo invece sì che è il primo, il vero, l’originale: il capolavoro di Tobe Hooper, ancora oggi uno degli horror più brutali e crudeli che siano mai stati concepiti e un modello di messa in scena del terrore che è stato replicato milioni di volte, ma mai eguagliato. La spiegazione migliore (e insieme peggiore) del suo fascino arriva da una recensione di Roger Ebert, che scrisse che “è molto migliore di quanto serva a un film del genere. Non che questo significhi per forza che guardarlo sia un piacere”. Né Tobe Hooper voleva che lo fosse: è proprio questo il punto.

 

Netflix quella porta

 

Non aprite quella porta (2003)

Ci sono diversi motivi per cui vale la pena far seguire la visione di questo remake a quella dell’originale. Il primo è per apprezzare ancora di più l’originale, nel caso non ve lo foste goduto al 100% alla prima visione. Il secondo è che è il film che ha preso Jessica Biel per mano e l’ha condotta fuori dalla palude di Settimo cielo per darle il benvenuto nel cinema interessante. Il terzo è che, pur con tutti i suoi difetti, azzecca più di una sequenza quando conta, ed è ancora oggi il miglior film di Marcus Nispel.

Leatherface (2017)

Bizzarro progetto di due sadici di prim’ordine come Julien Maury e Alexandre Bustillo, questo prequel di Non aprite quella porta, inteso come l’originale del 1974, è probabilmente il meno spaventoso di tutti i film del franchise, e quello più interessato al lato umano e alla caratterizzazione dei personaggi – Leatherface, cioè il villain, più di tutti, visto che il film ne spiega la storia e le origini. Non sempre riuscito, ma ha il merito di inventarsi una backstory più che accettabile per un personaggio che funzionava benissimo anche senza.

 

The Hitcher

 

The Hitcher (2007)

A proposito di remake inaspettati: nel 2007 The Hitcher fu uno dei primi film prodotti dalla Platinum Dunes di Michael Bay, fan dell’originale fin da quando era bambino, ed esiste quindi esclusivamente perché il signor Transformers si è impuntato e ha trovato un regista (Dave Meyers, che da allora non ha più fatto nulla) e soprattutto una star che potesse reggere il paragone con Rutger Hauer. La soluzione a quest’ultimo dilemma ha la faccia da condannato a morte di Sean Bean, la cui prestazione da sola giustifica una visione del film.

Turistas (2006)

Uscito un anno dopo Hostel, un film che aveva rilanciato quasi da solo sia la passione per il torture porn sia quella per gli horror turistici, Turistas si basa sullo stesso modello (gruppo di persone va in vacanza in posto paradisiaco che si rivela orrendo; un po’ di gente muore), ma lo trasporta dall’est Europa al Brasile. Quello che non cambia è la violenza, caricata a livelli quasi sgradevoli come si conviene a un film del genere: non ci troverete un’oncia di originalità, ma allo stesso modo difficilmente vi annoierete.

 

Horror Vacancy

 

Vacancy (2007)

A metà tra i già citati Hostel e Turistas e l’home invasion più classico, Vacancy è la storia di una coppia costretta a passare la notte in un motel in mezzo ai monti gestito da Brett di Pulp Fiction. Per essere un horror del 2007 che parla tra le altre cose di snuff movie, il film di Nimród Antal è sorprendentemente poco violento, tutto costruito sulla tensione e l’orrore del non visto invece che su cascate di sangue e interiora come i suoi fratelli di turismo.

Dal tramonto all’alba (1996)

Non servono presentazioni per Dal tramonto all’alba, scritto da Quentin Tarantino e Robert Kurzman e diretto da Robert Rodriguez, con protagonisti attori come George Clooney, Harvey Keitel e Juliette Lewis, oltre che lo stesso Tarantino. Nel film, dopo una rapina, Seth e Richard sequestrano un predicatore e i suoi due figli. Vagando per il Messico cercano rifugio in un saloon, ma il luogo è infestato dai vampiri. Un classico che ci ha insegnato a controllare sempre le recensioni dei locali dove vogliamo andare a bere.

Il legame (2020)

Diretto da Domenico de Feudis, Il legame è un horror con protagonisti Mia Maestro e Riccardo Scamarcio e ambientato in una Puglia inedita, ricca di credenze arcaiche, dove tradizioni popolari e rituali fanno da sfondo a una vicenda sospesa tra il realismo e la magia nera. Francesco (Riccardo Scamarcio) sta portando per la prima volta la sua compagna Emma (Mia Maestro) e Sofia, la figlia di lei, a conoscere sua madre Teresa che vive in una antica villa circondata da ulivi centenari. Una notte Sofia viene punta nel sonno da una tarantola, da questo momento Emma e sua figlia assisteranno ad eventi sempre più inquietanti. Non andate a trovare i parenti nella loro casa di campagna…

Vi ricordiamo che dal 14 luglio su Netflix ci sarà anche A Classic Horror Story!

 

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