Arriverà nelle sale italiane il prossimo 4 gennaio M3GAN, horror diretto da Gerard Johnstone e prodotto dalla Blumhouse di Jason Blum e dall’Atomic Monster di James Wan. Nell’attesa, vi proponiamo tutte le informazioni necessarie alla visione del film.

Attenzione: l’articolo NON contiene spoiler

M3GAN: La trama e il cast

Il film, scritto da Akela Cooper e basato su una storia di Cooper e di James Wan, ha come protagonista M3GAN, una meraviglia di intelligenza artificiale, una bambola a grandezza naturale programmata per essere la più grande compagna dei bambini e la più grande alleata dei genitori. Progettata da Gemma, brillante robotica di un’azienda di giocattoli, è in grado di ascoltare, guardare e imparare, diventando amica e insegnante, compagna di giochi e protettrice del bambino a cui è legata.

Quando Gemma diventa improvvisamente la tutrice della nipote orfana di 8 anni, Cady, è insicura e impreparata. Sottoposta a forti pressioni sul lavoro, la donna decide di affidare la bambina al prototipo di M3GAN a sua disposizione, nella speranza di risolvere il problema: la sua scelta avrà conseguenze inimmaginabili. Con il passare del tempo M3GAN e Cady sviluppano infatti un legame indissolubile e Gemma matura il terrore che la sua invenzione stia apprendendo con una velocità impressionante, al punto tale da arrivare a percepire minacce per Cady che non esistono.

Nel cast del film troviamo Allison Williams (Get Out), Violet McGraw (The Haunting of Hill House), Ronny Chieng (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Brian Jordan Alvarez (Will & Grace), Jen Van Epps (Cowboy Bebop), Lori Dungey (Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello, edizione estesa) e Stephane Garneau-Monten (Straight Forward).

M3GAN: L’ideazione e le fonti d’ispirazione per la storia

Non molti anni fa, i produttori esecutivi di M3GAN, Michael Clear e Judson Scott, stavano chiacchierando nei loro uffici con James Wan e il collega Rob Hackett. “Siamo tutti spettatori fanatici e discutevamo del fatto che non ci fossero abbastanza film con bambole assassine,” spiega James Wan. “Sono così arrivato a dire quanto fosse strano che ci sia una convinzione diffusa che si tratti dell’esatta tipologia di film che realizzo, ma in realtà nessuna delle ‘mie bambole’ ha mai ucciso nessuno. Per esempio, nel caso di Saw, Jigsaw ha un pupazzo tramite il quale comunica con il resto del mondo.”
Con il proseguire della conversazione, si sono trovati tutti d’accordo su un’idea: “Non sarebbe figo se realizzassimo un film con una bambola killer che si divide fra Annabelle e Terminator? Invece di dargli una dimensione soprannaturale, abbiamo pensato che potesse essere più interessante dargli una componente tecnologica”, continua il produttore.

A livello di narrazione, il regista Gerald Johnstone ha tratto ispirazione da alcuni film che vedono la costruzione di un anti-eroina femminile, come nel caso di Gone Girl – L’Amore Bugiardo e La Mano Sulla Culla, ma anche da altri titoli. “Per certi versi, sono stato anche influenzato da Il Presagio, perchè M3GAN è una sorta di anti Cristo in versione intelligenza artificiale. Dal mio punto di vista c’è anche un pò di Pinocchio nel DNA di M3GAN, con Gemma nelle vesti di moderno Geppetto.”

I temi del film

La sceneggiatrice ha lavorato sulle proprie paure più recondite per riuscire a costruire le premesse della storia: una donna, avviata sul proprio percorso professionale, si trova assolutamente impreparata nel prendersi cura della nipote, rimasta recentemente orfana. Ecco le sue parole:

Mi sono trovata spesso a fare da babysitter ai miei nipoti e ho sempre pensato con grande spavento all’ipotesi di dovermi improvvisamente fare carico di un bambino piccolo a tempo pieno. Era necessario spingere la nostra protagonista, Gemma, fuori dalla propria zona di comfort per costruire un arco narrativo pieno. Non sa come gestire questo ruolo in cui è stata catapultata e pensa di poter usare il lavoro come soluzione. Così arriva M3GAN. L’illusione che prova è di potersi prendere cura della nipote senza effettivamente doverlo fare. Il suo pensiero è “Io non ho idea di come dover gestire un trauma infantile così profondo, ma questo robot saprà farlo“.

Dopo aver letto la sceneggiatura, il regista era entusiasta di poter raccontare il difficile rapporto tra tecnologia e genitorialità nel mondo moderno:

Ci sono degli evidenti parallelismi con La bambola assassina, ma ad attirarmi di questo progetto è stata l’opportunità di poter dare uno sguardo moderno sull’esperienza da genitore nel ventunesimo secolo. Sono diventato padre recentemente e già sono inquietato dalla presenza invasiva dei telefoni e dei tablet, e M3GAN è stata una splendida opportunità per rifletterci.

A un livello più generale, il film esplora inoltre la crescente dipendenza che abbiamo sviluppato con la tecnologia per la gestione delle nostre vite e la potenziale minaccia in cui incorriamo se decidiamo di delegare a loro tutto il controllo. “La ricerca scientifica come l’intelligenza artificiale sono degli ambiti interessanti da approfondire, anche per la crescente rilevanza che hanno nelle nostre vite,” commenta Wan. “Ci affidiamo alla tecnologia in un modo quasi acritico. Se questi strumenti decidessero di ribaltare gli equilibri e attaccarci vivremmo una dimensione orribile. Questa è la prospettiva che abbiamo provato a catturare con M3GAN.”

M3GAN recensioni reazioni

La creazione della bambola

La creazione di M3GAN per il film ha richiesto molteplici squadre di lavoro provenienti da differenti discipline, comprese un attore in carne e ossa, effetti visivi, scenografi e animatori, tutti coinvolti per sviluppare una nuova icona dell’horror con le migliori tecnologie disponibili. Durante i primi confronti fra il regista e Wan sulle caratteristiche di M3GAN, la discussione si è focalizzata su cosa renda una bambola inquietante. Il primo punto d’incontro è stato sulla necessità di portare in vita un oggetto inanimato. “È esattamente quello che è successo quando Tobe Hooper ha messo in scena il pagliaccio in Poltergeist mettendo le condizioni per far arrivare una qualcosa di cattivo di cui lo spettatore non conosce tempi e modi,” spiega Wan. “Vederla in vita è il primo elemento a turbare il pubblico. Dopo molti confronti con Gerard, abbiamo convenuto che M3GAN dovesse essere fisicamente realistica. L’obiettivo è stato di lavorare sulla ‘zona perturbante’ che si usa per definire il senso di disagio provato nel guardare un robot troppo umano.”

Per ottenere questo, Johnstone ha voluto lavorare in particolare sull’impatto visivo:

Se la guardi da una certa distanza, ti convinci che sia reale. Più ti avvicini, proporzioni e micro-espressioni la riportano alle sembianze di una bambola. La pelle e la sua carnagione, i capelli, gli occhi, le sopracciglia e le ciglia sono perfette, al punto da farti chiedere se sia una persona reale o meno.

M3GAN: il trailer

Infine, in attesa di vederlo su grande schermo, vi lasciamo il trailer ufficiale in italiano di M3GAN:

Quanto attendente M3GAN? Fatecelo sapere nei commenti!

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