È stato l’anno in cui molti dei migliori film del 2022 sono stati dei blockbuster. Sia quelli tradizionali, a grandissimo budget e con proprietà intellettuali legate alla storia, sia quelli d’autore dai grandi nomi del cinema d’autore magari non a grandi budget ma attesissimi, sia infine quelli ibridi, realizzati a grandi budget ma per i festival dai nuovi autori emergenti.

È stato l’anno del cinema tecnico, è stato l’anno del grande ritorno in sala (almeno nel mondo) in cui meno film del solito tra i migliori sono stati distribuiti sulle piattaforme. È stato (e probabilmente sempre di più sarà) l’anno delle storie grandi, che ne contengono di piccole ma in contesti immensi. Anche per questo abbiamo fatto una top 10 a parte, non solo per i titoli non usciti in Italia (come sempre facciamo) ma anche per la prima volta dei film di genere, perché là si è concentrato tantissimo del meglio del 2022. Meglio che sta chiaramente qui ma ha trovato spazio anche lì.

Ecco quindi una dopo l’altra le classifiche dei migliori film del 2022 usciti in Italia dei due principali critici che scrivono di cinema su Badtaste.

I migliori film usciti in Italia nel 2022 secondo Gabriele Niola

athena romain gavras

10. Athena

Ce lo ricorderemo a lungo Athena, il film con cui Romain Gavras sostiene di aver sublimato le ossessioni visive sviluppate nella sua carriera da videomaker. Una serie di lunghi piani sequenza per spostare il discorso del conflitto tra polizia e periferia francese su un altro piano, quello più astratto e fantasioso, immaginando uno scontro su scala impossibile nel quale trascinarci. Soprattutto è un film per Netflix, con i soldi di Netflix, che nessuno avrebbe fatto per il cinema con quel tipo di investimento, uno che prende di peso tutto quello che di più spettacolare e raffinato c’è nel linguaggio cinematografico e lo porta in tv. Dimostrando che il cinema è negli occhi di chi lo fa e guarda, non nel mezzo attraverso il quale è distribuito..

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The Batman Christian Bale

9. The Batman

Che revisione! Di nuovo l’eroe con il costume da pipistrello si posiziona al centro dell’immaginario cinematografico e si dimostra di gran lunga il personaggio che meglio di tutti si adatta ai generi e alle atmosfere di un film. Matt Reeves l’ha cambiato un’altra volta e un’altra volta ne è uscito un film eccezionale. Adesso è un Batman giovane, alle prime armi, pieno di rabbia giovanile, in conflitto con la generazione dei padri, emarginato e sostanzialmente emo (l’inquadratura cruciale del film è quella degli occhi con il trucco nero una volta levata la maschera). Ci sono i Nirvana in colonna sonora, c’è un tono cupo anche più cupo della media di Batman e alcune trovate eccezionali per un film fiume che vale come due, ma va benissimo così perché ha il passo giusto.

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the fabelmans 2

8. The Fabelmans

Abbiamo sentito mille volte Steven Spielberg parlare della pellicola, del suo attaccamento a quel modo di fare cinema e del desiderio di preservare l’esperienza della sala. Guardando The Fabelmans è chiarissimo da dove venga tutto questo attaccamento. La storia di come il piccolo Spielberg sia entrato in contatto, sia rimasto affascinato, abbia iniziato a praticare e alla fine abbia compreso il mondo tramite il cinema, è un film di eccezionale tensione emotiva nei confronti delle immagini e in particolare per il meccanismo della proiezione. Sia i suoi trucchi e quindi la parte tecnica, sia la sua parte emotiva. L’immagine del piccolo Spielberg che si proietta una scena da cui è ossessionato (e che ha ricreato da sé, in casa) sulle mani è una delle rappresentazioni più intime del rapporto con la visione mai impresse su un film. La scena dello Spielberg adolescente che si confronta con il bullo che ha esaltato nel suo film e nessuno dei due sa spiegare cosa sente dentro è un momento fantastico di ammissione del mistero del cinema e del suo effetto su di noi.

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Pinocchio Del Toro

7. Pinocchio

L’ennesimo Pinocchio trasportato al cinema è in realtà il primo Pinocchio trasportato al cinema ad avere il coraggio di stravolgere per davvero il racconto originale, decisamente di più di quanto non fece Disney. Del Toro usa il Pinocchio di Collodi per parlare e dire l’esatto opposto di quel che diceva il racconto, non una storia di tensione verso la vita ma una popolata di morte, non una favola per insegnare che bisogna obbedire ma la totale esaltazione della disobbedienza. La scena della creazione di Pinocchio in una notte di pioggia, tra le lacrime e la rabbia da ubriaco è una rivoluzione: tutto ciò che è bello e fantastico non viene dalla gioia ma dai sentimenti più amari e dalla sofferenza.

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Licorice Pizza

6. Licorice pizza

Forse il Paul Thomas Anderson migliore è quello sfacciatamente sentimentale. Più di quello che racconta le personalità clamorose è quello che mette in scena l’ordinario, i ragazzi e le ragazze, gli uomini e le donne che hanno piccoli problemi e soprattutto personalità tutte loro, mai viste prima al cinema. Un adolescente precocissimo con grandi idee e la forza da imprenditore, insieme ad una ragazza ben più grande che al contrario pare irrisolta e quindi si interessa a questa persona più giovane. I due si incontrano a metà strada, in un’età che il primo non ha e la seconda dovrebbe aver superato, e stanno insieme un po’ cercando di usare l’altro per risolvere se stessi. Chi oggi racconta qualcosa di così sfuggente e indefinito in un film?

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ada migliori film 2022

5. Ada

Parte come un classico film slavo da festival (l’ambientazione è russa), molto montanaro ma di una montagna cittadina, pessima, brutti posti e brutte persone, storie di ragazzi che vorrebbero emanciparsi da genitori duri e vecchio stampo, poi lentamente Ada, il cui titolo originale è molto migliore (Unclenching The Fist) si guadagna una capacità di astrazione che vince la partita. All’inizio attira con una fotografia che crea inquadrature attraenti dentro una cornice naturalistica e con una recitazione fantastica, sempre complicata, poi comincia a trattenere lo spettatore con posti che paiono sublimazioni, con svolte impreviste e momenti sospesi. Infine lascia in bocca il sapore del cinema migliore fatto con pochissimo.

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Top Gun Maverick Streaming Tom Cruise

4. Top Gun: Maverick

Questa è la storia di un altro testo originale spaccato in mille pezzi e poi ricostruito diversamente. Top Gun 2 non è la prosecuzione logica di Top Gun ma quasi il suo opposto. Maverick ha ben poco di desiderabile al di fuori dei suoi aerei, e anche il suo ribellismo di facciata del primo film (che lo posizionava come uno scapigliato che tuttavia alla fine è un’arma diligente nella mani dell’esercito) non è più fonte di coolness, ma semmai di amarezza. È la storia di un personaggio (e dell’attore che lo interpreta) che non si arrende all’irrilevanza, che non vuole passare ad uno stadio successivo dell’esistenza, che sente ancora di essere il migliore e lo vuole dimostrare. Tuttavia, invece che raccontare l’eccitazione del successo che sta dentro questa storia, il film racconta la fatica, la durezza, la tensione e lo sforzo immane che si accompagna al terrore del fallimento. Tutto senza rinunciare al fomento del cinema che Top Gun ha sempre rappresentato.

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finale a sorpresa official competition penelope cruz

3. Finale a sorpresa – Official Competition

Un film che fa ridere veramente. Dall’inizio fino alla fine. Tanto. E in tante maniere diverse. Con un oggetto di scena, con un rumore, con una battuta, con un’espressione, con un movimento del corpo o addirittura ad un certo punto con un click su un link. Quanto era che non si vedeva un film così? Ci volevano Mariano Cohn e Gaston Duprat, che da anni scrivono e dirigono commedie esilaranti e stavolta se la prendono con il cinema e in particolar modo con gli attori in una storia di aspirazioni, cinismo e protagonismo, nella quale il cinema è il capriccio di un ricco. Fantastico.

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Nope Gordy

2. Nope

I budget sono sempre più alti, i film di pubblico più largo ma Jordan Peele riesce a non diluirsi. Anzi. Sembra che la sua capacità sempre più sia di mettere il discorso che gli sta a cuore, quello del rapporto tra bianchi e afroamericani negli Stati Uniti, in secondo piano senza che ne esca affievolito. Nope è un gioiello di cinema spielberghiano, pura tensione da Lo squalo con tutta una parte originale e da cinema d’essai che riguarda un scimmia ammaestrata e una strage. Storia divisa in capitoli, ognuno con il nome di un animale datogli dagli umani (come del resto facevano i bianchi con gli schiavi) cioè una delle tante forme di controllo, sottomissione e dominazioni possibili, in un film che non parla d’altro. Lo fa attraverso lo sguardo, le immagini riprese e riproposte, attraverso l’ossessione della scoperta e un gran finale che ruba visivamente dall’animazione giapponese degli anni ‘90 tutto quello che è giusto rubargli. Applausi.

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siccità

1. Siccità

Il film più onestamente emozionante dell’anno. L’idea è di raccontare la pandemia attraverso uno spunto di fantasia. Non un virus molto contagioso ma la fine dell’acqua a Roma. Il risultato è molto poco un film su quello che il mondo ha vissuto e molto più un film sull’insopprimibile spirito umano in tempi derelitti, che anche nella più tragica delle situazioni (eccezionale l’idea che il momento raccontato non sia il termine dei problemi ma solo un passaggio in una contingenza che peggiorerà) non muore. Siccità non è solo un film eseguito perfettamente, in cui alcuni tra i migliori attori italiani contemporanei danno il loro meglio, ma anche la rappresentazione di qualcosa di vero e intimo, la luce che batte in fondo a tutti e che impedisce a qualunque essere umano anche nella più turpe delle situazioni, di perdersi. Un film che può anche cambiare delle vite.

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I migliori film usciti in Italia nel 2022 secondo Bianca Ferrari

alcarràs

10. Alcarràs

Con il particolarismo di un luogo specifico, incorniciato dal titolo, e un conflitto vestito da ipocrisia sostenibile tutta moderna, Alcarràs di Carla Simón apre con un’eccezionale forza a questioni senza tempo: la terra è del padrone o di chi la lavora? Cos’è un futuro sostenibile? Restìo a mostrare le sue emozioni come i suoi personaggi, Alcarràs è un raro film di pura osservazione che trovando la naturalezza come chiave del suo sguardo sta già dando conto della sua opinione: questa realtà, così come la vediamo, non potrà più esistere. Solo un film potrà conservarla.

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finale a sorpresa

9. Finale a sorpresa – Official Competition

In Finale a sorpresa – Official Competition la comicità eccentrica e sopra le righe della coppia di autori Mariano Cohn/Gaston Duprat è irresistibile. In questo quadretto di situazioni grottesche che girano attorno ad attori megalomani, artisti eccentrici e dinamiche paradossali, Penélope Cruz, Antonio Banderas e Oscar Martínez danno prova di tre interpretazioni semplicemente eccezionali. Risate garantite.

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Athena

8. Athena

Una guerriglia urbana sotto cui si nasconde un dramma shakespeariano: Athena di Romain Gavras è questo e molto altro. Un sublime esercizio di stile e tecnica (è una serie di scene/atti girati in piano-sequenza con orchestrazioni di attori e comparse da togliere il fiato), attraverso il quale si racconta, come se fosse un war movie, il disagio delle periferie parigine. Il film più spettacolare dell’anno.

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monade daydream

7. Moonage Daydream

Questo film di montaggio di Brett Morgen è pura estasi per gli occhi. Attraverso un lavoro immenso di recupero di immagini di repertorio e la voce (presa da diverse fonti) dello stesso David Bowie, Moonage Daydream non è un documentario che vuole essere esaustivo sulla figura di Bowie ma raccontarne l’anima, l’estro. La forma del documentario si allinea con lo spirito dell’artista, riuscendo in un’opera caleidoscopica dagli esiti intimi ed emozionanti.

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nope

6. Nope

Nope è probabilmente l’opera più complessa di Jordan Peele. Maestro dell’horror a tinte sociali (senza mai rinunciare allo studio della forma e degli stilemi del genere), Jordan Peele con Nope approfondisce e insieme sublima le riflessioni sulla blackness e sulla storia del cinema non più solo come linguaggio ma anche come eredità e prassi politica. Nope è un’opera piena di sfaccettature che si rivelano man mano ad ogni visione: la qualità di un film che, nel tempo, comparirà sicuramente nei manuali di cinema.

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saint Omer

5. Saint Omer

L’esordio di Alice Diop è il segno di un’autorialità matura, padrona del linguaggio e di rara intensità riflessiva. Girato quasi interamente in un’aula di tribunale, Saint Omer offre la prospettiva di Diop sulla condizione femminile, l’immigrazione e il pregiudizio: una visione complessa in cui lo studio stesso della forma (come vengono montante le scene, la loro durata, il tipo di recitazione) concorre a creare un’opera di una difficoltà estrema la cui apparente semplicità è il segno stesso della grandezza della sua autrice.

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triangle of sadness

4. Triangle of Sadness

Se c’è una cosa che Ruben Ostlund ama fare è parlare dell’ipocrisia umana, più spesso quella delle classi più alte della società. Scelta la particolare location di turno – qui una lussuosa nave da crociera – e il suo microcosmo umano, Ruben Ostlund si rimbocca le maniche e mette dentro a Triangle of Sadness tutto lo spirito grottesco di cui è capace, senza risparmiarsi nulla né temere nessuno. Per Ostlund non si tratta di cercare la raffinatezza della metafora (che è evidente) ma di lavorare sul capogiro, l’effetto-accumulo, il senso di nausea dato dall’eccesso. Reggetevi forte o potreste sentirvi male.

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margini

3. Margini

Da quanto tempo era che il cinema italiano non presentava un’opera così originale? Margini di Niccolò Falsetti e Francesco Turbanti è il ritratto comico e insieme drammatico della provincia (qui Grosseto, ma potrebbe essere qualsiasi altra), di un’Italia ai margini musicali e sociali. La disavventura di una band punk hardcore che cerca di organizzare il concerto di un gruppo americano diventa così l’occasione per illuminare la vita di una classe media (né di ricchissimi, né di poverissimi, ovvero gli eletti del nostro cinema) e insieme per dimostrare che il grande cinema, anche da noi, si può fare con poco.

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the fabelmans

2. The Fabelmans

La meraviglia del cinema e il cinema della meraviglia. Stiamo parlando di Steven Spielberg e allo stesso tempo di The Fabelmans, film-testamento del regista americano forse più conosciuto di sempre. Attraverso la ricostruzione per frammenti e suggestioni della sua vita, Spielberg ci racconta il suo cinema, in un’opera “al quadrato” dove la menzogna – quella della finzione cinematografica – si mescola attraverso lo stupore con la verità più intima: la verità di chi vive per immagini. Semplicemente magnifico.

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licorice pizza

1. Licorice Pizza

Il 2022 è stato l’anno di un altro film biografico di un grandissimo autore che mescola l’immaginazione con la memoria traendo da questo connubio un vero e proprio capolavoro. Con Licorice Pizza Paul Thomas Anderson ritorna alla sua San Ferdinando Valley ma anche al suo primo ottimismo incantato (quello di Punch Drunk Love) raccontando con dolcezza e commozione una tenerissima storia d’amore. Tra personaggi surreali che incarnano la Los Angeles degli anni Settanta, grandi brani musicali e materassi ad acqua, Licorice Pizza raccoglie in un grandissimo abbraccio tutto l’amore di Paul Thomas Anderson per il cinema e per la vita.

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