Morbius è in streaming su Netflix

Vi sveliamo un grande segreto del cinema: quando vi dicono che un film è “il più brutto [genere] mai fatto”, raramente vi stanno dicendo la verità. Quando un film passa alla storia in quanto “il più brutto di sempre “, quasi mai lo è. Innanzitutto perché come diceva anche Socrate “c’è sempre di peggio”. E poi perché di film brutti ne escono a bizzeffe, e nel 90% dei casi il loro problema principale non è quello di essere brutti ma piuttosto anonimi, senza idee, senza personalità. Un film orrendo e indimenticabile è meglio di un film mediocre, con tutte le cose al posto giusto e del quale vi dimenticate mezz’ora dopo averlo visto. La regola d’oro è che c’è sempre un motivo ulteriore per cui un film viene etichettato come il punto più basso mai raggiunto dalla settima arte. E Morbius è un film che fa collezione di motivi ulteriori.

La storia di Morbius la sapete, e se non la sapete ve la riassumiamo qui perché è tutto sommato ilare. Inizia intorno al 1998, quando cominciano i primi tentativi di portare al cinema il vampiro vivente, introdotto nei fumetti nel 1971 come villain in Spider-Man. All’inizio si pensò di inserirlo in qualche modo nell’universo di Blade, poi di regalargli un film tutto suo. Infine, appena vent’anni dopo, l’illuminazione: esiste il Sony’s Spider-Man Universe, quindi perché non infilarci anche Morbius?

Il matto matt

La natura stessa del SSMU è bizzarra: Homecoming, Far From Home e No Way Home appartengono al Marvel Cinematic Universe ma anche, in parte, all’universo di Sony, che ha co-prodotto tutti e tre i film. Il problema è che Spider-Man è ormai un’esclusiva dell’MCU, per cui tutti i film dell’universo Sony di Spider-Man non contengono Spider-Man, ma contengono per esempio Venom, o, be’… Michael Morbius, visto che il film con Jared Leto è appena il terzo di questo universo ancora un po’ ipotetico. Per cui il personaggio che dà il nome all’universo non ne fa parte, e al suo posto ci sono una serie di antieroi costretti a reggersi sulle loro gambe in assenza del loro arcirivale.

Comunque, Morbius alla fine esce, e va malissimo: smontato dalla critica, floppa anche al botteghino. Lo fa talmente tanto che Internet, impietosa per sua stessa natura, decide di essere di fronte a un nuovo potenziale meme: nasce così #MorbiusSweep, un’ironica “celebrazione” del film che dà origine tra l’altro alla già immortale battuta “It’s Morbin’ Time”. Spiegato più semplicemente: Morbius fa così schifo che la gente comincia a celebrarlo come se fosse un capolavoro, per il famoso teorema dei “film brutti che fanno il giro”.

Chiunque abbia passato più di cinque secondi su Internet capisce all’istante la natura parodistica dell’operazione. Purtroppo a Sony lavora gente che non ha mai passato più di cinque secondi su Internet: nasce così il momento di marketing più esilarante del millennio, con il film che viene riproposto in 1.000 sale in giro per l’America nella convinzione che il pubblico sarebbe accorso in massa “perché è Morbius, quello dei meme, ne parlano tutti!”.

Il flop è un’altra volta clamoroso, con gli incassi che non raggiungono neanche i 300.000 dollari; pare che neanche tutti i meme del mondo possano convincere la gente ad andare in sala a vedere un film che ha la reputazione di essere orrendo. Probabilmente Sony si aspettava un boom e una rivalutazione collettiva di Morbius; invece è successo il contrario, e non sappiamo come andranno le cose da qui in avanti, ma la probabilità che il personaggio venga messo in ghiaccio ancora per qualche anno sono altissime.

Ora che il film è arrivato su Netflix ci possiamo quindi chiedere: se l’è meritato?

Arja Adriona

Dei difetti macroscopici di Morbius abbiamo già parlato nella nostra recensione: il principale, quello di essere un progetto pensato per essere parte di un universo cinematografico prima che un film; un’opera a cui mancano dei pezzi, che sembra esistere solo per giustificare apparizioni successive di Jared Leto in altri film dello stesso universo. Eppure non può essere solo questo il motivo per cui Morbius è considerato da più parti uno dei film peggiori del millennio: in fondo la sua formula è la stessa di Venom, ma anche di Captain Marvel o di Shang-Chi, per dire. La stessa di una gran parte dei cinefumetti dedicati a un singolo personaggio che sono usciti negli ultimi anni: perché allora Morbius dovrebbe essere peggio degli altri?

Il primo dubbio che ci viene è che ci sia dietro un problema generazionale. Morbius è, per concezione ma anche per messa in scena, un film da fine anni Novanta/inizio Duemila, tutto luci blu e chiaroscuri marcatissimi; e anche tematicamente ed emotivamente (o meglio “emotivamente”) è più vicino a, per dire, Dark City che ad Ant-Man. È un po’ lo stesso discorso che si può fare per il primo Venom, ma dove il film con Tom Hardy andava a pescare dagli anni Novanta alcuni spunti inaspettati da commedia romantica, Morbius si colloca piuttosto nella scia dei vari Constantine o, ancora meglio, Spawn: film di super/antieroi tormentati che non vogliono scendere a patto con i loro poteri e che anzi li considerano una maledizione, in una riedizione moderna di Dr. Jekyll e Mr. Hyde; l’esatto contrario dell’empowerment che viene usato in abbondanza nelle origin story dei supereroi cinematografici moderni.

Lamorbatorius

Morbius è un film cupo e pieno di autocommiserazione, dolore represso e rabbia nei confronti del destino. Tratta questi temi con la delicatezza di Miley Cyrus in quella famosa canzone, ma da quando la qualità della scrittura è una discriminante per il successo cinematografico? L’impressione più che altro è che il pubblico non voglia questi temi; che in questo momento dai supereroi cerchiamo altro, e che Morbius sia stato visto quasi come un sabotaggio, un tentativo di tornare a una visione del supereroismo che non è conforme a quella attuale. E attenzione, non stiamo dicendo che questo per Morbius sia un merito: se da un lato si può lodare l’intenzione di raccontare una storia con toni diversi dal solito, dall’altro non si può non rilevare che questa storia è raccontata male, con momenti di sciatteria ai limiti dell’imbarazzo.

No, la nostra è una considerazione neutra: il Morbius di Jared Leto non c’entra nulla con tutto quello che gli sta intorno, e che a differenza sua sta incassando palate di milioni. È un film vecchio nella concezione e nel modo in cui tratta certi temi, e ci presenta un personaggio che è difficile da immaginare al fianco di altri colleghi più famosi. Questo è decisivo nel 2022: se non sei adatto a far parte della Famiglia il pubblico ti approccerà con sospetto. E un film su un tizio che passa un’ora e mezza a struggersi e tormentarsi non ispira nessuna fiducia.

Morbius Leto

C’è poi la questione Jared Leto, che dopo la sua pessima apparizione come Joker in Suicide Squad è diventato un bersaglio facilissimo: i meme su Morbius esistevano già da prima della fine delle riprese, in virtù della presenza di Leto nel film. Non sta a noi giudicare se questa sua fama sia meritata o meno; ma ci teniamo a dire che Morbius ha 1.000 problemi ma Jared Leto non è uno di questi. Aveva la possibilità di esagerare e di ripetere l’esperienza-Joker, e invece tutto sommato si trattiene, a tratti persino troppo, e finisce per risultare credibile in quanto vampiro tormentato; anche perché Matt Smith, che lo affianca nel doppio ruolo di amico e villain, si impossessa con gusto della quota-follia, risultando essere senza fatica la cosa migliore del film. Ci si ricorda di Milo più che di Michael, il che non è necessariamente un male (chiedetelo ai Batman di Burton, ma anche al Cavaliere oscuro), e di sicuro non significa che sia colpa di Jared Leto se il film non funziona.

Perché sì, lo ribadiamo, per togliere ogni dubbio: certo che Morbius non funziona, che non è un buon film, che in tutta onestà non può essere promosso. Certo che quando vediamo Michael Morbius che registra gli audiolog dei suoi esperimenti e lo sentiamo dire “ecolocazione, o batradar per i non iniziati” la prima cosa che ci viene da chiederci è “quali non iniziati? Stai registrando questa roba per te! Al massimo per qualche collega, che di sicuro sa cos’è l’ecolocazione!”: quando un film ti spinge a farti domande di questo tipo, piccole menate che distruggono la sospensione dell’incredulità, è quasi sempre colpa sua. Certo che se dovessimo scegliere tra Morbius e un altro film che non è Morbius probabilmente sceglieremmo il secondo. Ma addirittura “il peggior film di supereroi di sempre”? Quella, se chiedete a noi, è un’esagerazione, e conseguenza del fatto che Morbius è un film fin troppo facile da odiare.

Cioè: come fa a essere il peggiore di sempre in un mondo dove esiste Elektra?

Trovate tutte le informazioni su Morbius nella nostra scheda del film!

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