C’era una volta Southland Tales, il folle e ambiziosissimo progetto di Richard Kelly. Reduce dall’insuccesso iniziale e dalla successiva ribalta di Donnie Darko, il regista realizzò una pellicola inafferrabile. Il film mischia infatti un aspetto cerebrale, rappresentato dai suoi continui rimandi simbolici e le numerose citazioni, con quello più carnale. Una commedia fantascientifica distopica girata con lo stile da videoarte. Quello di Kelly era un mashup di riflessioni sui media e su Hollywood (per i primi 10 minuti sembra di essere nel “menu” di un dvd) con una trama involuta e atmosfere discontinue tra il demenziale e il mistico. Satira, musical, esplosioni e misticismo. Di tutto e di più. Un capolavoro per alcuni, una tortura per molti.

La prima in concorso a Cannes

Il film esordì al Festival di Cannes dove ricevette un’accoglienza a dir poco critica. Il regista aveva inviato alla commissione selezionatrice, nel 2006, una copia del film non completa con montaggio grezzo ed effetti ...