Lo avrete sicuramente sentito dire da un genitore ai bambini impauriti di fronte alla ferita del loro eroe preferito: “Non ti preoccupare, è solo salsa di pomodoro e ketchup!”. Così non è. Sebbene il sangue finto al cinema sia il più delle volte commestibile è formato da una combinazione di elementi tutt’altro che segreti, ma che nessuno oserebbe mai mettere su una pizza.

Tanti tipi di sangue finto 

Quentin Tarantino ama usare il sangue in maniera non realistica. Adora gli schizzi, spesso simili a pennellate di pittura. Fede Alvarez nel suo remake di La casa aveva ideato una pioggia di sangue che ha inondato tutto il set. Quando si spara agli alieni al cinema spesso questi hanno nelle loro vene una sostanza blu, verde, o di un colore insolito per distinguerlo da quello umano e, nel caso di film per ragazzi, per permettere carneficine senza scomodare troppo il rating del film. Oggi lo si realizza spesso in computer grafica, se ne aumenta la quantità e si sceglie dove metterlo (a volte togliendolo come visto di recente).

Non è semplice rispondere alla domanda: “di che colore è il sangue?” perché non c’è una soluzione unica. Ad esempio quello nelle arterie è più chiaro di quello nelle vene, le ferite secche sono più scure. Persino ogni regista risponderebbe in modo diverso in base alle esigenze di scena. Scorsese ha dovuto desaturare il colore degli schizzi di sangue lasciati sul finale di Taxi Driver per passare le maglie strette dell’allora MPPDA. I Coen in Non è un paese per vecchi hanno scelto per il una tinta quasi nera.

Nei film in bianco e nero non c’era problema a prendersi qualche libertà sul colore: era semmai la consistenza del liquido a definirne la plausibilità. Hitchock per la scena della doccia di Psycho ha usato dello sciroppo di cioccolato. Era scuro e scivolava bene con l’acqua. Nel cinema a colori, quello che un tempo era credibile oggi non lo è più, come le versioni degli anni ’70, con toni così chiari simili a della tempera. L’inserimento di opacizzanti nelle miscele ha migliorato l’effetto di realismo sullo schermo.

 

Sangue finto

La ricetta per realizzare del sangue finto

Fare il sangue finto per i film non è però affatto una missione impossibile, ma richiede molti tentativi ed errori. Variety ha chiesto aiuto all’esperto Erik Porn, autore degli gli effetti di Teen Wolf.

Il primo ingrediente che usa quando deve preparare la sostanza che userà sul set è il methocel: della cellulosa purificata utilizzata nelle applicazioni alimentari per addensare e come stabilizzante al caldo. È un ingrediente melmoso piuttosto comune al cinema che, ad esempio, si può vedere sulla faccia di Bill Murray in Ghostbusters. Serve poi dello sciroppo di mais, da mischiare con del colorante alimentare rosso e del cacao in polvere per addensare il tutto. Potrebbe però non bastare: per dare un aspetto più marrone e scuro si usano anche coloranti verdi e blu. Le quantità variano sulla base del risultato atteso. 

Il fatto che siano tutti ingredienti commestibili è un grande vantaggio, soprattutto quando si trovano in corrispondenza della bocca. Sulle mani e il resto del corpo è meglio invece che il sangue permanga sulla pelle. Si aggiunge cosi del sapone per le mani che gli permette di andare in tutte le fessure restando attaccato a lungo. 

Il truccatore Dick Smith usa una ricetta un po’ diversa: ci sono sempre lo sciroppo di mais e il colorante, a cui aggiungono ossido di zinco e il Kodak Photo-Flo, una soluzione emolliente solitamente usata per lavorare le pellicole, che in questo caso è ottimo per aumentare la viscosità. 

Nel film Blood Feast del 1963 Herschel Gordon Lewis aveva bisogno di grandi quantità di sangue finto a basso costo. Tutti gli elementi usati dovevano essere commestibili perché gli arti umani venivano smembrati e mangiati. Adoperò così una formula a base di colorante rosso e Kaopectate, un medicinale contro la diarrea.

 

Sangue finto

Sparare ovunque il sangue finto

L’ultima parte fondamentale dell’effetto è fare vedere cosa comporta un taglio o uno sparo, con un bello schizzo di colorante rosso ovunque. Come spiega Insider le società di effetti visivi hanno degli appositi macchinari per spruzzare il sangue scegliendo l’intensità e la quantità: getto ad alta pressione, a schizzo minimale, a pioggia e cosi via.

Quando la fonte è direttamente il corpo dell’attore si può inserire sotto uno strato di pelle finta un tubo collegato ad un pressurizzatore d’aria. Per le lacerazioni inquadrate bisogna ricreare la parte del corpo ferita che viene sovrapposta a quella dell’attore. Spesso per rendere coerente le dimensioni (visto che non si può sottrarre ma solo aggiungere strati alla pelle) questi elementi prostetici possono diventare molto ingombranti.

Spesso il getto è spinto con una pressione manuale (una siringa collegata a un tubo) da un addetto agli effetti nascosto. Questo permette un maggiore controllo dell’intensità e della gradualità del flusso. Aggiungere degli elementi solidi al fluido aiuta a suggerire allo spettatore che i lembi di pelle sono stati portati via da un proiettile o che il cervello si è spappolato contro il muro. Spesso per la poltiglia umana si usano pezzi di banana.

Che si tratti di Carrie, o di un viscerale Martyrs, di una sparatoria o di un medical drama il sangue finto è uno degli effetti speciali più efficaci di sempre. È ancora lontano dall’essere sostituito interamente dalla computer grafica. Sia per ragioni di credibilità, sia perché – lo immaginiamo – poche cose sono più appaganti per i registi che scegliere la tonalità di colore con cui invadere lo schermo e impressionare il pubblico.

Classifiche consigliate