Sono i cattivi che fanno un film. I cattivi sono anche quei personaggi che non possono tornare, o sono convertiti in buoni, o ne vediamo le origini o fanno parte di una saga che funziona come una serie tv in cui ogni film è un episodio oppure devono morire. Insomma ogni film deve avere il suo cattivo originale, altrimenti non funziona bene.
Per questo la classifica dei migliori cattivi visti quest’anno al cinema ci parla di cosa stia succedendo al cinema, cosa stia tornando di moda e cosa invece stia passando.
Potete vedere la classifica sfogliando la galleria qua sotto (attenzione: c’è qualche spoiler sui film!).
- 10. I giapponesi - Silence Anche chi non ha studiato la vera storia ha ormai imparato dal cinema quanto la società nipponica antecedente alla seconda guerra mondiale fosse caratterizzata da un codice rigidissimo e un atteggiamento molto duro con gli stranieri. Nel film di Martin Scorsese sui padri gesuiti portoghesi in viaggio in Giappone nel ‘600, tutto centrato sulla forza della fede, è proprio la presenza di un oppositore spietato e senza tolleranza a far fiorire l’esigenza di una fede di ferro. I giapponesi, come capita spesso nel cinema cinese e ogni tanto in quello americano, quando sono messi nella parte del villain sono perfetti: spietati, impassibili, precisi, organizzati.
- 9. Tugs - Brawl in Cell Block 99 Non è propriamente il cattivone del film, anzi a suo modo è un povero diavolo che fa il proprio lavoro e che gli eventi del film mettono contro il protagonista. È Don Johnson nel ruolo del direttore del carcere di massima sicurezza in cui Vince Vaughn riesce a farsi spedire con la missione di finire nel braccio 99, il luogo in cui sono rinchiusi pedofili e maniaci omicida, in condizioni disumane fuori da ogni legalità. Più che una prigione è una specie di campo di prigionia in cui le guardie sono bardate con armature e il direttore per l’appunto ha l’aria dell’ex cowboy dalla grande flemma e il sangue freddo a palate. Ha pochissimi minuti ma conquista subito.
- 8. Kong - Kong: Skull Island In teoria non lo sarebbe, in teoria abbiamo capito che viaggia verso un ruolo protagonista, ma intanto nel primo film a lui dedicato del nuovo ciclo il re dell’isola del Teschio è il villain con tutto il suo repertorio classico: smanaccia elicotteri, mangia umani, aggredisce mostri e si innamora di bionde…
A differenza dei molti altri che ci hanno messo mano poi Jordan Vogt-Roberts svicola come puoi le note romantiche e insiste su quelle violente, non vuole nascondere il mostro ma lo mette in scena da subito e si dimostra innamorato dell’estetica da cinema americano sul Vietnam. Tutta un’altra pasta. - 7. David Percival - Atomica Bionda Agente segreto nella Germania Est a pochi giorni dalla caduta del muro di Berlino. In uno stato che ormai non ha più un’ambasciata del suo paese David Percival non ha padroni, è diventata lui l’ambasciata e con metodi molto poco puliti. Né con il blocco sovietico, né con quello americano gioca per se stesso una partita difficilissima. È Charlize Theron qui la protagonista ma il David Percival di James McAvoy con il suo braccio ingessato le ruba la scena continuamente.
- 6. Walter Mercurio - Smetto Quando Voglio (Masterclass e Ad Honorem) Era la grande sorpresa del secondo film della saga Smetto Quando Voglio (Luigi Lo Cascio nei panni di un villain) ed è l’elemento di maggiore interesse del terzo. Walter Mercurio, con questo nome da fumetto, è ovviamente il doppio negativo del Pietro Zinni di Edoardo Leo, anche lui è un ricercatore che è stato in difficoltà, anche lui è stato vessato e messo in condizioni di indigenza dal sistema, solo che prima di avere un’idea criminale per fare soldi (come invece ha iniziato a fare il suo amico poi noto come il Murena), ha subito una perdita affettiva proprio per colpa dell’università. Ora con la sua mente ha ingegnato un piano clamoroso per una vendetta in grande stile.
- 5. L'avvoltoio - Spider-man: Homecoming La Marvel stupisce e invece che seguire il fumetto sceglie di variare per il primo villain del ritorno di Spider-man a casa. Sebbene variare è quel che ha sempre fatto per i suoi cinefumetti qui si allontana tantissimo dall’originale, cambia origine, costume, potenza e caratteristiche base del villain. Soprattutto però sceglie di fare qualcosa di più raffinato, lo mette allo stesso livello di Peter, vicinissimo a lui, con un trauma nel passato che lo ha spinto ad utilizzare le sue idee e le sue trovate per il crimine come Peter (nella mitologia originale) è stato spinto a diventare eroe da un trauma. Un working class villain con cui condividere un raggelante viaggio in macchina verso il ballo di fine anno che ha le sopracciglia più che adeguate di Michael Keaton (totalmente impermeabile al fatto di aver interpretato solo pochi anni fa Birdman, in cui è un attore fallito dopo essere stato un supereroe al cinema con un costume da uccello).
- 4. Grandmaster - Thor: Ragnarok Nel film della svolta per il serioso Thor, quello che ha trasformato la sua serie regolare in un’avventura comica colorata e un po’ camp, il villain non è tanto Cate Blanchett, sorella che crea il panico ad Asgard, costringe tutti a rivedere le proprie priorità e causa l’allontanamento in un pianeta remoto di Thor, ma proprio il regnante di quel pianeta remoto. Placido edonista, vigliacco dittatore amante dei giochi di massa violenti, esilarante macchietta di se stesso, il Grandmaster è stato affidato con una mossa di casting valevole un Oscar (se solo esistesse la categoria) a Jeff Goldblum, il quale letta la sceneggiatura e capito il personaggio ha fatto il resto.
- 3. Kevin Wendell Crumb - Split Seconda presenza di James McAvoy in classifica. Stavolta con un personaggio che è il protagonista assoluto del film anche se lentamente scivola verso la posizione di villain. M. Night Shyamalan è rinato con The Visit ma Split è la conferma di una nuova forma fisica per l’autore di Il Sesto Senso. La storia di un uomo affetto da personalità multiple che rapisce tre ragazze si rivela lentamente l’origine di un villain da fumetto (a confermarlo è il cammeo finale), una maniera paradossalmente “realistica” e basata su teorie psicanalitiche di come potrebbe esistere nel nostro mondo un vero cattivo da mondo Marvel.
- 2. Kylo Ren - Star Wars: Gli Ultimi Jedi Il secondo film del nuovo canone di Guerre Stellari l’ha confermato: Kylo Ren, anche noto come Ben Solo, è il personaggio più interessante che l’universo di Guerre Stellari abbia saputo tirar fuori dal 1984 ad oggi. Non solo è il primo ad aver intrapreso il cammino della Forza (oscura o chiara che sia) così debole, fragile e preda di mille spinte interiori diverse, è anche il primo ad avere il problema di essere troppo sensibile ai richiami del lato chiaro per riuscire ad essere davvero un Sith! Disprezzato dal suo maestro ma furbo abbastanza da fregarlo, intenzionato a conquistare il potere ma poi incapace di esercitarlo con maestria, interpretato dall’unico attore che lavori ai nuovi film (Adam Driver) è decisamente il cattivo di cui questa saga aveva bisogno, posto che non era pensabile cercare di replicare Darth Vader.
- 1. Calvin - Life In un’epoca in cui i B movie sono qualcosa di molto raffinato e autoriale, oppure davvero operazioni scalcinate portate avanti dai rincalzi di Hollywood, Life si è dimostrato un film d’exploitation che copia tutto il copiabile da epigoni più nobili (Gravity e Alien su tutti) ma con grandissima tecnica e capacità di spaventare e creare suspense. Calvin, la forma di vita aliena minuscola che il gruppo di astronauti accoglie sulla loro navicella per studiarla è il capolavoro. Non ha volto, non ha occhi, non ha espressione e sembra una specie di polipone, tuttavia è anche minaccioso come una medusa e implacabile. Di tutti i villain di questa lista, e probabilmente di tutti quelli visti quest’anno è l’unico che realmente può popolare degli incubi.
- FUORI CONCORSO: Pennywise - It Atteso dal momento in cui è stato annunciato il nuovo adattamento del libro di Stephen King, annunciato da tutti i trailer, svelato piano piano, affidato ad un nuovo attore, con un look diverso rispetto alla famosissima versione di Tim Curry, più fedele alla pagina e più moderno nei movimenti e nell’idea di paura, alla fine clamorosamente non è stata la componente più forte di It. Il film di Andy Muschietti era temuto già da prima che iniziassero le riprese, doveva essere l’apocalisse della paura, doveva risvegliare il terrore infantile maturato con la visione della miniserie televisiva e invece sì è rivelato un fantastico film d’amicizia, capace di enfatizzare molto di più quella componente del libro di King, piuttosto che quella spaventosa. Alla fine il nuovo Pennywise ha contato molto meno del previsto in un film che aveva ben altre frecce al suo arco, è stato più una grande arma di marketing che un grande villain.
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