Al Giffoni Film Festival 2022 Francesco Alò ha incontrato Filippo Scotti, protagonista di film come È stata la mano di Dio e Io e Spotty.

Video: Andrea Storzillo

Filippo Scotti, il giovanissimo attore gravedonese noto al grande pubblico per la sua interpretazione di Fabietto Schìsa nel film pluripremiato di Paolo Sorrentino “E’ stata la mano di Dio”, è stato ospite del Giffoni Film Festival. Incontrando i giovani giffoner di varie età, Scotti, che per quel ruolo ha vinto il Premio Marcello Mastroianni alla scorsa Mostra Internazionale d’arte cinematografica, si è detto entusiasta ed emozionato, un po’ forse come quando ricevette la notizia della conferma che per il ruolo da protagonista il regista Premio Oscar Paolo Sorrentino avesse scelto lui; “Avevo molto timore di non essere scelto – racconta- ma ho avuto altrettanto timore quando ho compreso la notevole responsabilità di dover realizzare e delineare quel personaggio. Sognavo di fare l’attore da quando ero piccolo, da quando mio padre mi fece vedere il capolavoro di Alfred Hitchcock La finestra sul cortile”.
Oltre a curiosità sul film, diverse sono state le curiosità dei giovani sulle specifiche caratteristiche comportamentali del suo personaggio, in particolare sulla frase “Non ti disunire”: “E’ una frase molto profonda, che alla prima lettura mi spiazzò – racconta Scotti- credo voglia significare che ognuno di noi è il risultato di molteplici suggestioni che sono unite in modo uniforme. Inoltre, sta a noi il compito di rendere la realtà meno “scadente” possibile e ricercare ciò che ci fa stare meglio con noi stessi e con gli altri”. L’attore, come diversi  attiri ospiti del Festival specialmente se giovanissimi, ha incoraggiato i giovani aspiranti attori a non scoraggiarsi verso i provini andati male perché spesso non si risulta adatti per una determinata parte anche per motivi legati ad un aspetto fisico legato a quella determinata parte. “Ad un qualsiasi provino – raccomanda il giovane Premio Mastroianni – andate ricchi del vostro entusiasmo e non lasciatevi scoraggiare da nulla. Anche a me capitò di essere trattato con superficialità”.L’attore,inoltre, racconta inoltre, in parte,  di riconoscersi nel personaggio di Fabietto, malinconico ed introverso e, talvolta, propenso alla riflessione proprio per “provare a cercare le mie verità. Per prepararmi ad interpretare il personaggio- racconta’- ho chiesto a Paolo Sorrentino di potermi calare totalmente nel personaggio, ascoltare la sua musica e guardare i suoi film facendomi indicare tutto da lui. Ho voluto ricercare quella solitudine necessaria per studiare un personaggio molto complesso”. Scotti racconta ai giovani anche l’esperienza degli Oscar, non senza un pizzico di delusione “Un’esperienza meravigliosa e straordinaria, ma li ho trovati meno spettacolari rispetto a come si vedono rappresentati in televisione. È stata comunque una bellissima esperienza e sono diversi i miei attori preferiti e con cui sognerei di lavorare, come William Dafoe”.

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