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Negli ultimi giorni è stata la volta dei media italiani, che hanno ripreso una notizia priva di fondamento diffondendola come vera, scatenando le ire dei fan dell’attore e della piattaforma streaming Netflix. Testate generaliste come Fanpage, Il Fatto Quotidiano, Repubblica, e TGCOM (che però poi ha cancellato l’articolo), e prima di loro diverse testate di cinema, hanno preso per vere voci diffuse sui social una decina di giorni fa secondo cui Netflix avrebbe volutamente rimosso tutti i film dell’attore negli Stati Uniti e in Australia con l’obiettivo di “cancellarlo” a causa dei suoi guai giudiziari. Il tutto senza citare le fonti o compiere verifiche, e dando per certa la decisione della piattaforma streaming. La cosa ha avuto rilievo solo ed esclusivamente sui media italiani (ne abbiamo sentito parlare persino in radio e al telegiornale), e ha generato una vera e propria ondata di proteste da parte dei fan italiani dell’attore che hanno minacciato di boicottare Netflix.
What’s on Netflix, notando il putiferio che si stava scatenando sui social, ha fatto chiarezza sulla vicenda ben due giorni fa (il che non ha impedito, per esempio, a IlFoglio di pubblicare oggi un editoriale davvero fuori tempo massimo). Il sito sottolinea come sia bastato qualche retweet e like a un tweet come questo per renderlo una fonte attendibile a chi ha deciso di dare visibilità alla storia sul suo sito, e soprattutto evidenzia come le licenze sui diritti dei film di Depp – come tutti i film del catalogo Netflix – siano soggette a una scadenza, e quindi escano ciclicamente dal catalogo delle piattaforme. Sono licenze che variano di paese in paese, motivo per cui per esempio su Netflix nel Regno Unito o in Italia sono presenti film con l’attore. Oltretutto, qualche giorno fa Rango è uscito su Netflix negli Stati Uniti, e il 1 gennaio arriverà Buon compleanno Mr. Grape: entrambi i film erano stati annunciati da Netflix, bastava fare qualche verifica per capire che non c’è una volontà di cancellare l’attore dalla piattaforma.
A quanto pare la fretta, o ancor peggio la volontà di fare letture con un titolone su un attore attualmente nell’occhio del ciclone, hanno avuto la meglio.
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