La sede del Corriere della Sera, vista da fuori, è un brutto palazzone grigio in Via Solferino.

Roberto Recchioni

“A la guerre. Via solferino 28, arrivo.”

Così Roberto Recchioni inizia il resoconto della sua giornata ospite del Corriere della Sera e del suo direttore Ferruccio De Bortoli, per provare a chiarire da parte del primo quotidiano italiano l’increscioso accaduto: la pubblicazione del volume in favore delle vittime di Charlie Hebdo, senza il consenso degli autori. È una pagina di apertura, quella apparsa ieri sul blog dell’editor e sceneggiatore di Dylan Dog, che con la qualità di narratore che lo contraddistingue, prosegue così:

La chiacchierata è stata piacevole e molto civile […] Ha fatto di nuovo le sue scuse personali a tutti quelli che nella faccenda del libro Je Suis Charlie si sono sentiti offesi e ha ribadito la sua responsabilità, in quanto direttore, per le molte leggerezze compiute […] Ha pure tenuto a sottolineare però che tutto è nato sulla spinta emotiva del momento, per aiutare e sostenere quelli di Charlie Hebdo, e che quindi, di fondo, non può essere solo una cosa negativa.

Ancora una volta le scuse non hanno convinto lo scrittore romano, che osserva:

Un’iniziativa analoga sta venendo sviluppata in questo momento in Francia, ma con i giusti tempi e modalità. Che si fa presto a dire che “i proventi delle vendite del libro saranno destinati alla redazione di Charlie Hebdo” ma è molto più difficile definire i confini di questi proventi. L’iniziativa francese, per esempio, devolve i profitti di tutte le parti coinvolte: gli autori, le case editrici, i grafici, gli impaginatori, i tipografi, i distributori e i librai. In Italia, di questi aspetti non sappiamo nulla.

Charlie Hebdo CorriereE De Bortoli, come si usa dire, ha nicchiato:

Si scusa per la sua collaboratrice, garantisce che a breve avremo un resoconto preciso degli aspetti economici dell’iniziativa e che tornerà a parlare di quanto successo sulle pagine del suo quotidiano.

Molti artisti hanno avviato una causa legale che il creatore di Orfani comprende ma che non condivide e trae una sua conclusione:

In sostanza, è molto probabile che gli autori riceveranno una compensazione economica a “saldo” del torto subito, in modo da appianare la questione. Per me (ma, ripeto, è solo una mia opinione) questa cosa non significa nulla. Perché non sposta di una virgola il problema e non porta alcuna soluzione per il futuro.

E sul volume,“Galeotto fu ‘l libro e chi lo pubblicò” (prendiamo in prestito per la parafrasi versi congeniali del sommo poeta Dante Alighieri, sull’opportunità di ritirarlo dal mercato), ancora una volta il direttore alle parole di Recchioni è parso al quanto vago:

Personalmente, ho comunicato al direttore che a me farebbe piacere che questa edizione fosse bloccata e ritirata. Perché se prima poteva esserci la mancanza di consapevolezza, adesso c’è la certezza che alcuni autori presenti nel volume realizzato dal Corriere siano stati pubblicati contro la loro volontà. E questa volontà è stata espressa a chiare lettere.
De Bortoli si è dimostrato possibilista sulla questione, ma non mi ha dato alcuna certezza.

corriere recchioniMa un accenno di disponibilità è emerso al termine del confronto:

Infine, si è parlato di cosa si possa fare di positivo…
E qui è venuta fuori la cosa più interessante.
Perché il direttore De Bortoli ha invitato tutti gli autori interessati a un incontro allargato. Per discutere insieme del problema, sentire le motivazioni di tutti e cominciare a costruire una nuova policy interna per il Corriere della Sera. In modo da aiutarli a non commettere gli stessi errori in futuro e a sviluppare una maggiore consapevolezza sia nei confronti del fumetto e della satira, sia nel rapporto tra il quotidiano e il web.
E De Bortoli si è detto disponibile a far riprendere questo incontro e a renderlo pubblico sul web.
E a me questa pare una cosa davvero valida (per quanto mi puzzi troppo di 5 Stelle).

Recchioni conclude il proprio racconto con un appello a tutti coloro che si sono sentiti lesi e danneggiati dalla prepotenza del Corriere:

Quindi, giro l’invito a tutti voi.
Che dal Corriere vi siete sentiti offesi e bullati.
Volete provare a parlarci e a fargli capire, oppure vogliamo continuare a insultarli e basta?
Fatemi sapere.

Ci auguriamo che questo triste episodio, strascico di un evento di gran lunga più doloroso, possa finalmente venire risolto, per il bene del fumetto e della stampa del nostro paese.

 

Fonte: Roberto Recchioni