Jacopo Paliaga e French CarlomagnoJacopo Paliaga è un triestino classe 1990. Diplomato in sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics, crea la serie Aqualung assieme a French Carlomagno, che verrà pubblicata da BAO Publishing a partire da ottobre 2016. Attualmente sta scrivendo Come Quando Eravamo Piccoli, in uscita a maggio 2016 sempre per BAO, sempre per le matite digitali di French, e parecchi altri progetti che vedranno la luce nel corso del prossimo anno. Ha un piccolo cane di nome Spritz che diventa Spritz Aperol nei festivi.

French Carlomagno nasce a Torino nel 1986. Frequenta il corso di illustrazione allo IED e inizia a lavorare sia come illustratore che nel campo della pubblicità. Nel 2011 lavora come illustratore e character designer al film World War Z per Paramount Pictures. Visualizer e storyboardista presso Armando Testa e creatore, assieme a Jacopo Paliaga, della serie Aqualung. È al lavoro su Come Quando Eravamo Piccoli per BAO Publishing, sempre con Jacopo, e ad altri progetti assieme al suo inseparabile compagno di giochi.
È abbastanza fiero della sua barba.

 

 

Ciao ragazzi! Grazie per essere con noi. La prima stagione di Aqualung si è conclusa su Verticomics, qual è il vostro bilancio a caldo?

Jacopo – Ciao, grazie a voi! Estremamente positivo, soprattutto considerando che si tratta di una scommessa vinta. Siamo partiti a maggio proponendo sul web qualcosa di rischioso, assolutamente non immediato, cominciando come esordienti totali. Aqualung ci sta spalancato un sacco di porte e non potremmo esserne più entusiasti e soddisfatti, sul serio.

Come è avvenuto il passaggio dal sito a Verticomics, e in seguito al cartaceo (il primo volume sarà disponibile dal 2016 per BAO Publishing)? Vi aspettavate una risposta di pubblico e critica simile?

French – Onestamente, quando abbiamo cominciato, l’abbiamo fatto puntando al massimo benché non sapessimo assolutamente dove saremmo potuti arrivare. È chiaro che quando si comincia qualcosa del genere lo si fa con le migliori aspettative possibili. Ecco, probabilmente non ci saremmo immaginati che sarebbe andata così bene fin da subito e in così poco tempo, ma non possiamo che esserne felici.

Jacopo – Per quanto riguarda la riproposta di Aqualung sull’app, siamo stati indirizzati verso Verticomics da Roberto Recchioni che ci ha messi in contatto con Mirko Oliveri, l’uomo che non deve chiedere mai, anche se a noi ha chiesto di poter riproporre Aqualung su Verticomics e noi abbiamo risposto, in coro: sì, lo voglio. Per la seconda stagione faremo lo stesso: prima sul sito coldcove.com, poi su Verticomics, anche se stiamo già preparando qualche esclusiva per l’app.

Per quanto riguarda la pubblicazione con BAO, ce l’ha proposta Michele Foschini, seduti su di un muretto al Treviso Comic Book Festival. Con BAO avevamo già cominciato a lavorare a un libro in uscita a maggio 2016, Come quando eravamo piccoli, quindi la cosa è venuta fuori spontaneamente, chiacchierando (una delle chiacchierate migliori dell’anno, senz’altro).

Aqualung, anteprima 01

Pensate di riutilizzare lo stesso metodo in futuro per altri progetti?

Jacopo – Sì, ma più in grande e in maniera più strutturata.

Com’è nata l’idea e perché avete scelto proprio questa ambientazione?

Jacopo – L’idea di mettere qualche cosa sul web è nata meno di un anno fa, quando sia French che io eravamo in attesa di risposte da vari editori, quindi nel limbo.
Inizialmente pensavamo a una decina di pagine in bianco e nero, che però sarebbero andate sprecate e perse nei meandri della rete nel giro di una settimana.
Quindi abbiamo pensato di fare qualcosa in grande, di divertirci, di creare una serie che avremmo voluto leggere, con una qualità potenzialmente da stampa ma pensata sul nascere per la fruizione su web.

French – Esatto. Ed è una cosa che consiglierei a chiunque voglia approcciarsi a questo mondo (e mettere fine alla propria vita sociale). Per quanto mi riguarda è stata la svolta, senza dubbio. Ricordo che quando Jacopo mi ha proposto Aqualung, l’idea nella sua testa era già ben definita. La piccola cittadina di provincia sul mare, gli abissi e le creature marine, sono tutte cose che fin da subito mi hanno affascinato a tal punto che quando lessi per la prima volta il progetto, capii che ci avevamo preso in pieno.

Come avete sviluppato i personaggi?

Jacopo – in funzione di quello che volevo raccontare. Premetto che è questo il ragionamento che ho fatto: scrivendo per il web non puoi avere chissà quanti personaggi da muovere, e magari muoverli male. Tant’è che non tutti i personaggi appaiono in tutti i capitoli. Volevo parlare di sbagli, di cose che vanno male e di come sistemarle, di accettazione (di sé stessi, soprattutto). Uno dei temi cardine di tutta la serie è la famiglia (l’ho capito solo dopo, in realtà) quindi ho creato questo rapporto padre/figlia piuttosto instabile, quasi rancoroso in alcuni punti, in cui Andy si sente responsabile degli errori commessi. Il fatto che Holly abbia un aggeggio metallico installato tra i polmoni è la prova tangibile dei fallimenti di Andy. Fallimenti che Holly non perde occasione di far pesare, anche quando entra in gioco Tessa.

Poi, appunto, sono entrati in gioco Tessa e Philip King, dove la donna rappresenta il lato più umano della prima stagione e Philip King incarna un’ipotetica versione alternativa di Andy, un What If…? vivente: cosa sarebbe successo ad Andy se non avesse compiuto certi errori e non si fosse messo in discussione? Sarebbe diventato cinico come King, o peggio.

French – Devo dire che c’è stata sempre e fin da subito ottima sintonia tra di noi, e anche sullo sviluppo dei personaggi questa cosa ha influito molto positivamente. Mi sono sempre sentito molto libero di interpretare a modo mio, ma allo stesso tempo Jacopo mi ha sempre dato delle linea guida piuttosto precise e questo ha fatto si che le cose venissero molto più semplici per entrambi. Mi sono divertito molto a svilupparli e nella seconda stagione ancora di più: ci saranno un sacco di personaggi nuovi!

È vero che l’Aqualung è un particolare modello di respiratore subacqueo, ma i Jethro Tull c’entrano qualcosa con il titolo?

Jacopo – Non troppo: il titolo è nato da Cousteau ed è rimasto come titolo di lavorazione fino a tre settimane prima dell’uscita del primo capitolo, quando abbiamo dovuto cominciare a mandare in giro qualche comunicato stampa e a pubblicare il sito web. I Jethro Tull li ho sempre ascoltati, fin da bambino, probabilmente il titolo mi suonava inconsciamente bene e ho deciso, assieme a French, di tenerlo. C’è da dire, però, che è stato scelto anche in ottica delle prossime stagioni del fumetto, in cui potrebbe subire qualche leggera modifica, come da idea iniziale.

Aqualung, anteprima 02

Il mare suscita sempre un profondo fascino e terrore nell’uomo. Qual è il vostro rapporto con esso?

Jacopo – Sono fissato con gli squali, ma fissato del tipo che nei prossimi anni l’intenzione è di fare l’immersione in gabbia con lo squalo bianco. Anche se, a essere onesti, le poche volte che esco in barca, quando c’è da fare il bagno mi butto rimanendo attaccato alla scaletta, perché non vedo il fondo, è tutto buio, è tutto nero, non so cosa c’è sotto, magari una medusa, un barracuda o Darth Vader. Un’immagine molto virile, lo so.

French – Il mio rapporto col mare è fantastico. Ricordo che da piccolo ne avevo una paura matta, ma dell’acqua in generale in realtà. Poi mio zio mi buttò in una piscina di 2,5m facendomi quasi annegare e lasciandomi risalire da solo. Ne ho un ricordo molto bello. Da quel momento non ho mai più avuto paura.

Jacopo – Eri un piccolo Daredevil con la barba.

Inserendo delle citazioni, si può sempre correre il rischio di strafare. Qual è secondo voi il giusto equilibrio all’interno della narrazione?

Jacopo – Dipende come le si usa. Nel mio modo di scrivere, le citazioni servono a calare i personaggi in un contesto più realistico, più plausibile, almeno a orecchio. Se pensate a voi stessi al pub con gli amici, dubito non salti fuori un qualche riferimento al vostro immaginario. Nella seconda stagione, Tessa indossa una maglietta di Kermit la rana, io ho una maglietta di Kermit la rana, la cosa mi suona naturale. Così come Holly che guarda un episodio di House of Cards, Andy che cita Gilmore Girls oppure Cameron Grant che legge Orfani, tutte cose che faccio pure io. Ci sono, altrimenti, citazioni che sono omaggi palesi (nel caso di Aqualung, esempio, riferimenti a LoSqualo o a Die Hard volutamente espliciti) inserite per divertirmi, per divertire e non prendermi troppo sul serio.

Inoltre, cerco di calibrare le citazioni a seconda del contesto, del prodotto e dei personaggi: Philip King, di riferimenti, credo non ne faccia nessuno, o qualcuno al massimo, dovrei controllare, mentre Holly, a diciassette anni, è più naturale si riferisca a un immaginario piuttosto pop che le appartiene.

French – Devo dire che ci ho preso gusto con questa cosa delle citazioni e delle easter egg. In Aqualung ne ho inserite un paio anche io. Come la felpa di Holly con il numero 47, numero preferito di J.J. Abrams e che compare in praticamente tutti i suoi lavori.
Il rischio di strafare in effetti c’è, ma è così divertente!

È molto interessante l’idea di ampliare l’universo della serie attraverso gli speciali (come Inspiegabile e Inenarrabile disegnato da Elisa Ferrari) e Journey into Pseudoscience, disegnato da Nova. Di certo permettono di ampliare il parco personaggi e le dinamiche in gioco, ma quanto è alto il rischio per l’autore di perdere il filo?

Jacopo – se sei bene organizzato e hai un minimo di serietà, il filo non lo perdi. Il filo lo perdi quando improvvisi, magari spinto dall’entusiasmo o dalla pigrizia. Ad ogni modo, gli spin-off e i due speciali potevano tranquillamente essere integrati nella sceneggiatura di Aqualung e disegnati da French, ma ci piaceva l’idea di diversificare, di creare un piccolo universo narrativo condiviso.

Di solito scrivo tutti gli spunti (per tutto quello che scrivo) in alcune piccole Moleskine economiche, quelle tascabili, non rigide, poi le cose che mi sembrano buone le trascrivo su un notebook dell’Ikea (quelli a un euro con la spirale ad anelli e, credo, carta riciclata) e poi sul computer. Quindi, no, il filo non lo perdi, ma è anche vero che se vuoi scrivere per vivere e ti dimentichi pezzi per strada sei come un architetto con il dubbio di aver progettato o meno, che ne so, i muri portanti di una casa.

Come si coordina il vostro lavoro assieme? Oltre ad Aqualung avete altri progetti insieme per il futuro?

Jacopo – Ci coordiniamo con il telefono. Con French, il giorno che ci sentiamo di meno, si parla per almeno un’ora, tra più chiamate. C’ho quell’abbonamento per smartphone con i 500 minuti verso tutti, ché abbiamo gestori diversi quindi non possiamo mettere il numero amico; per mesi ho dovuto aggiungere all’offerta altri 500 minuti, perché i primi li esaurivo in una settimana. Poi, un mese fa, French mi rende partecipe del fatto che le chiamate le ha gratis. E niente, quindi adesso mi chiama lui. Se ve lo state chiedendo, sì, il telefono è molto più immediato e siamo troppo pigri per Skype. Non ho mai parlato così tanto a distanza, neanche con la fidanzatina del liceo.

French – Sì, va più o meno così tutti i giorni. Non è pesante come situazione?

Jacopo – un po’, sì. La ragazza di French è parecchio confusa, a riguardo.
Per il lato tecnico, prendendo ad esempio Aqualung stagione 2, ho scritto tutto il soggetto della stagione, delineato i personaggi e suddiviso la storia in capitoli, tenendo conto dei cliffhanger o tematiche del caso.
Nel frattempo, French ha fatto gli studi dei nuovi personaggi e delle location.
Poi parto con la sceneggiatura, scritta di capitolo in capitolo, magari con uno stacco di qualche settimana tra un capitolo e l’altro, dipende come sono messo con altri progetti.
La sceneggiatura che consegno a Francis è al 99% definitiva: mi tengo margine sui dialoghi a cui rimetto mano finché non mi convincono del tutto, cosa che con la prima stagione non è stata sempre possibile.

French – Ricevuta la sceneggiatura mi butto sui layout e, una volta finiti, li controlliamo assieme. Dopodiché disegno, coloro e metto il lettering. Per ultimo, si monta il file in verticale. Progetti per il futuro? Sì, parecchi, ci stiamo lavorando.

aqualung_s2_anteprima

Jacopo, su Facebook dici di essere il ghostwriter di Mark Millar. Nel poco tempo libero che ti avanza, a che altri progetti ti dedichi?

Jacopo – Ma no, dai, quello l’ho messo per gioco, che poi la gente pensa male. Prendendo in considerazione le tre settimane appena trascorse, mi sono alternato tra la scrittura di Come quando eravamo piccoli per BAO, la seconda stagione di Aqualung, ho pianificato altre due nuove miniserie che se va tutto bene potrebbero partire in autunno 2016, non posso dirvi come e quando e con chi, e scritto la prima metà di… non posso dirvi nemmeno questo, ma è un’altra cosa molto grossa assieme alla mia Britney Spears preferita (French). Fare fumetti è la cosa più bella del mondo.

French, che tipo di formazione hai avuto come artista? Hai degli autori di riferimento?

French – Credo di aver sempre saputo cosa volevo fare da grande e questo mi ha aiutato molto nella mia formazione. Ho fatto liceo artistico e illustrazione allo IED ma mi ci è voluto un po di più di tempo per capire che il fumetto era la mia strada, per quanto io legga fumetti da sempre. Credo mi ci volesse la giusta motivazione per dedicarmici con tutto me stesso. Per quanto riguarda gli autori di riferimento, sono talmente tanti che non saprei da dove cominciare. Sono cresciuto con Romita Jr. e i fumetti sui supereroi. Ora come ora ti direi Mike Huddleston su tutti, ma in generale sono tantissimi e con tanti stili e modi di intere fumetto differenti. Adoro Gipi, Manuele Fior, Cyril Pedrosa, ma anche Sean Gordon Murphy, Fiona Staples e tanti altri.

Che tipo di sviluppi prevedete per il futuro di Aqualung? Cosa possiamo aspettarci?

Jacopo – Abbiamo pensato Aqualung in 5 stagioni. Essendo quello della famiglia il tema cardine della serie, con la quinta stagione dovrei concludere il discorso cominciato nel primo capitolo. Al massimo, se dovessi continuarla per qualche motivo, mi divertirebbe vedere una Holly trentacinquenne, mamma in stile Claire Pritchett di Modern Family: il discorso è venuto fuori una volta, scherzando con French, e in effetti Holly e Claire si somigliano, soprattutto esteticamente. Su cosa potete aspettarvi, credo che con la seconda stagione abbiamo alzando parecchio l’asticella. Con il primo anno abbiamo ragionato come in televisione, preparando due finali, nel caso il nostro progetto fosse andato male.

Adesso siamo più consapevoli, abbiamo pianificato a lungo termine, abbiamo il sostegno di BAO che si traduce nel potersi prendere più spazi (la seconda stagione è lunga quasi il doppio della prima, anche se i capitoli saranno sempre dieci, ma ben più lunghi) mentre dal punto di vista dei contenuti possiamo spingerci più in là, sia trattando argomenti differenti, sia allungando le trame e aggiungendone delle altre, sia per quanto riguarda lo sviluppo dei personaggi che, credetemi, non sarà così scontato. Aspettatevi tanta azione, nuovi personaggi, nuovi villain e nuovi misteri. E parecchie sorprese.

 

Aqualung, copertina