Il sesto episodio della seconda stagione di Daredevil, intitolato Solo rimpiantiè forse il capitolo meno intenso visto sinora, ma non per questo di bassa qualità, in quanto va a porre le basi in maniera rilevante per il prosieguo della narrazione, in un secondo atto che pare essere già ben più ad ampio respiro del precedente.

Abbiamo assistito al ritorno di Elektra nella vita di Matt Murdock, un ritorno che è andato subito a sconvolgere il già precario equilibrio emotivo dell’uomo. Nonostante la rabbia sedimentatasi negli anni e la volontà di non riaprire alcun tipo di relazione con la donna, il protagonista non è riuscito a rimanerle indifferente e, nolente, ha accettato di condividerne la crociata contro quella che ci è stata presentata come una branca della Yakuza, ma che sicuramente nasconde ben altro sotto questa facciata. Daredevil ed Elektra uniscono dunque le forze per affrontare questa minaccia che aleggia su Hell’s Kitchen.

Nel frattempo, vengono poste le basi per l’inizio del processo a Frank Castle, il quale rischia la pena di morte. Viene specificato che, come nella realtà, anche nell’Universo Cinematografico/Televisivo Marvel nello Stato di New York con vi è tale massima sentenza, la quale però è vigente nello Stato del Delaware, dove il Punitore ha commesso alcuni omicidi. La sensazione sempre più forte è che dietro questa torbida vicenda, che ha portato alla morte della famiglia di Castle e alla sua successiva “trasformazione”, vi sia un complotto molto ben nascosto e stratificato, con il Procuratore Distrettuale Reyes che sta spingendo in tutti i modi per insabbiare la vicenda e porvi fine con la morte di Frank.

Il colpo di scena principale di Solo rimpianti sta nel fatto che sarà proprio lo studio legale Nelson & Murdock a difendere Frank Castle nel corso del suo processo, una scelta caldeggiata da Matt desideroso di fare luce su questa storia, che lascia inizialmente basiti Foggy Nelson e Karen Page. Sono proprio loro, poi, a dover fare un colloquio preliminare con il loro nuovo assistito, dato che Matt viene inaspettatamente prelevato dall’ospedale nel quale è ricoverato Castle. Da chi? Da Elektra, ovviamente, la quale ha trovato una nuova pista nella sua indagine contro la Yakuza, pista che porta direttamente a un affiliato della Asano di nome Stan Gibson.

Nel frattempo, Frank Castle decide di parlare del suo caso e della strategia da attuare con la sola Karen. Questa scelta lascia un po’ spiazzati di primo acchito, ma è spiegabile con il fatto che l’uomo ha intravisto nella donna una particolare umanità e sensibilità, oltre a un lato oscuro che gli altri sembrano ignorare: è quasi come se Castle leggesse dentro Karen, comprendendo che i due hanno più punti in comune di quanto sembri. Nel corso del dialogo rivelatore tra i due scopriamo nuovi dettagli sull’incidente che ha portato alla morte della moglie e dei due figli di Frank: durante un picnic a Central Park, nelle prossimità del carosello già visto in precedenza, la famiglia Castle si trovo nel mezzo di un raduno tra tre gang criminali (irlandesi, messicani e Dogs of Hell). Nel corso di questo incontro, al centro del quale sembra esserci il contrabbando di droga, qualcosa è andato storto e nella sparatoria seguente i cari di Frank hanno perso la vita. L’uomo specifica a Karen come lei, così come tutti gli innocenti, non siano mai stati davvero minacciati dalle azioni del Punitore, il quale colpisce solo chi se lo merita: Castle chiarisce infatti come i colpi sparati in ospedale nel corso del primo episodio di questa stagione siano stati di mero avvertimento, dato che lui, cecchino scelto dei Marine (così come nei fumetti), non è solito mancare il bersaglio.

Matt ed Elektra, intanto, si recano a un party organizzato dalla Roxxon, solo per rubare un particolare tesserino che permetta loro l’accesso alle zone private dell’edificio: i due sono alla ricerca di un particolare quanto segreto registro che possa dimostrare l’azienda sia invischiata in loschi traffici di droga e in affari con la Yakuza. Nel finale dell’episodio scopriremo però che dietro tale intrigo non vi sia la mafia giapponese, mentre Frank Castle sceglie di non patteggiare, dichiarandosi “non colpevole”: si andrà, quindi, a processo.

In conclusione, un paio di personaggi apparsi in questo episodio: l’agente Brett Mahoney è stato promosso a detective, grazie al merito per la cattura di Frank Castle, avvenuta nel finale del quarto episodio. Sulle pagine dei fumetti Marvel lo incontriamo subito come detective dalla sua prima apparizione, avvenuta su Marvel Comics Presents vol. 2 #1 (2007), grazie a Marc Guggenheim e Dave Wilkins.

Il capo della misteriosa organizzazione criminale giapponese, il quale rivela egli stesso che non è la Yakuza, è Hirochi, personaggio esistente anche nell’Universo Marvel a fumetti, creato da Ed Brubaker e Clay Mann su Daredevil vol 2 #111. Chi sia veramente e di quale organizzazione è a capo?

 

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