Nick Lowe, editor delle testate ragnesche della Marvel, torna a parlare dell’evento che negli Stati Uniti sta rivoltando come un calzino l’esistenza di Spider-Man: si tratta di Dead No More: The Clone Conspiracy, di cui ha ribadito, in apertura dell’intervista che vi proponiamo nei suoi punti salienti, la lunga gestazione: quasi tre anni di discussioni e costruzione da parte di Dan Slott, sin dalla prima apparizione dello Sciacallo nelle sue storie.

 

Dead No More: The Clone Conspiracy #3, copertina di Gabriele Dell'OttoDan ha una sintonia particolare con il personaggio di Spider-Man. Sono ormai quasi dieci anni che ne scrive le avventure e, all’epoca del suo esordio sulla serie, questo tipo di gestioni lunghe non erano già più la consuetudine da un pezzo. Ma il fatto è che Dan è Peter Parker: un tizio simpatico e molto divertente che ha avuto successo, più di quanto solitamente ne ha l’Uomo Ragno a livello personale, probabilmente perché non fa l’eroe in mutandoni rossoblù.

Dan è anche uno che si sacrifica per gli altri, proprio come Peter, con un cuore grande, sempre disposto a lottare per quello in cui crede. A volte, mi tira totalmente fuori dai gangheri, perché quello con cui lotta sono io.

In qualità di editor, considero parte del mio lavoro chiedermi costantemente a chi è giusto affidare una storia o un personaggio e, nella mia carriera, ho visto spesso degli scrittori dal talento immenso mettere l’asticella più bassa rispetto alle proprie potenzialità, per paura di mettere alla prova i personaggi che hanno in mano, di metterli e mettersi in situazioni spiacevoli.

Ma questo non è mai stato il caso di Dan, che ha messo Peter in posizioni estreme più di chiunque altro, basti pensare a Superior Spider-Man, che mi fece temere che la gente sarebbe scesa in piazza coi forconi. Ma Dan non ha mai paura di sperimentare, di trasformare i personaggi, sottraendoli alla bolla di ineluttabilità e immobilismo in cui molti lo vorrebbero sempre.

Intitolare la storia che sta raccontando adesso The Clone Conspiracy è l’ennesima sua prova di coraggio, perché “clone” è quasi una parolaccia per i fan di Spider-Man ed è molto divertente vedere come i lettori reagiscano diversamente a questo riferimento. Persino Dan ha esitato un attimo prima di utilizzarlo dentro e fuori dalla storia. Ed è stato così che abbiamo capito che era giusto raccontare questa vicenda, quando abbiamo capito a cosa avremmo sottoposto Peter.

 

Lowe confessa, come già fatto altrove, tutti i suoi dubbi iniziali, anzi, la sua contrarietà dovuta ai temi oscuri della storia e ai complessi concetti che propone al lettore. Ma Slott aveva in mente talmente tanti momenti narrativi importanti ed emozionanti che, pian piano, dopo lunghi discorsi, è riuscito a convincere il suo editor; il quale ha anche dato l’approvazione alla storia tragica e triste che introduce, di fatto, il tema generale di The Clone Cospiracy e che vedrà la morte di un personaggio raccontata in maniera profonda e dolorosa.

 

Sono molto orgoglioso di come il team creativo ha lavorato sul numero che racconta la morte di Jay Jameson. Dan e Giuseppe Camuncoli hanno realizzato un albo magistrale. E lasciatemi sottolineare come Jim Cheung stia facendo un lavoro altrettanto incredibile sulla miniserie dell’evento. Disegna i personaggi esattamente come vorresti che fossero ed è sempre un piacere vedere la sua mano tra le pagine.

The Clone Conspiracy è iniziata con un ritmo forsennato e lo manterrà. Ci sono, ovviamente, diversi momenti di riflessione e alcuni di calma prima della tempesta, ma nei primi due numeri c’è un sacco di azione. E preparatevi agli ultimi due, perché sono una follia. Stiamo dando gli ultimi ritocchi alle sceneggiature proprio in questi giorni e sarà una cosa enorme. La gente non vedrà arrivare l’autotreno che sta per colpirli.

 

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Fonte: Comicbook.com