Sono Ta-Nehisi Coates, Leonard Kirk e Margaret Stohl i protagonisti della doppia intervista di Entertainment Weekly che vi proponiamo nei punti salienti. Lo sceneggiatore e il nuovo disegnatore di Pantera Nera e la scrittrice delle gesta di Capitan Marvel rispondono alle domande sulle rispettive storie targate Legacy, iniziativa Marvel che riconnette i personaggi alle loro origini e radici più classiche.

 

Black Panther #166, copertina di Brian StelfreezeCoates – Una delle cose veramente straordinarie del mio lavoro alla Marvel è che non mi forzano nei crossover, non mi impongono gli eventi in maniera rigida. Sono sempre stati molto aperti nel valutare i miei testi. Amo la continuity e il passato di Pantera Nera, portarlo alla luce nelle storie, come credo che vedrete nei prossimi numeri.

Il climax dell’ultima stagione ha visto una serie di ex Pantera Nera aiutare il Paese nel contrastare la rivolta, quindi non è per me un grande sforzo guardare al passato del Wakanda. Così come non credo sia in alcun modo percepibile come una forzatura del personaggio di Pantera, dato che il suo passato è sempre con noi. Credo che la storia di Jason Aaron che introduce a Legacy vi mostrerà qualcosa di quel che ci aspetta e dei possibili eventi di cui stiamo parlando. Ci saranno indizi sul futuro e un sacco di piccole cose che accadranno nel Wakanda saranno connesse con grandi temi presentati dalla storia di Jason.

Io cerco di assorbire ogni influenza possibile. Per me è una cosa molto naturale. Considerare l’influenza su di me delle storie di Christopher Priest è una cosa immediata, perché quando avevo dieci anni ero un lettore avido di ciò che scriveva, o delle storie di Spider-Man di cui era editor.

Il materiale di Don McGregor ho invece dovuto recuperarlo più avanti, come quello di Reggie Hudlin. Ma io adoro tornare a leggere vecchi fumetti. Ci sono così tante storie da riprendere in mano, anche per un personaggio come Pantera Nera, che ha poco più di 150 numeri all’attivo!

 

In conclusione, Coates ha parlato del personaggio di Klaw, che fa il suo ritorno già sulla copertina di Black Panther #166. L’assassino del padre di T’Challa rientra in scena con una storia classicissima: del resto, quanti supereroi Marvel sono segnati dalla loro condizione di orfani?

 

Kirk – Ho apprezzato molto l’attenzione ai dettagli posta in essere da Ta-Nehisi e dai disegnatori che mi hanno preceduto, nel dipingere il paese del Wakanda e le nazioni attorno. Ma adoro soprattutto la fusione tra elementi fantascientifici e futuristici con il paesaggio naturale, cosa che spesso manca nei fumetti occidentali. Inoltre, c’è una fortissima connessione personale tra T’Challa e il suo Paese che riguarda pochissimi altri eroi. Amo l’idea di un luogo che funziona come uno dei personaggi della serie.

 

Margaret Stohl ha quindi parlato della storia raccontata in Captain Marvel #125 come della ricerca del cuore del personaggio di Carol nella vicenda della sua famiglia. L’albo targato Legacy apre il ciclo di storie Dark Origin, che trascinerà Capitan Marvel nel passato, ponendo le basi per un prossimo epico confronto. La vicenda è progettata dall’autrice, assieme a Sana Amanat, Axel Alonso e Joe Quesada, nientemeno.

 

Stohl – Con gli eventi di Secret Empire, ci è stato ricordato che ci sono due Cap al mondo e che l’altro è proprio Carol, la quale ha dovuto farsi avanti per colmare il vuoto lasciato da Steve Rogers. Questo l’ha resa più sicura di sé e le ha dato nuova fiducia, il che è una cosa ottima, perché quasi tutto quel che pensava di sapere di sé sta per essere messo in discussione. Preparatevi, amici, perché si prospetta un terremoto nella vita di Carol Danvers.

Captain Marvel #125, copertina di Michele Bandini

 

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Fonte: Entertainment Weekly