A volte capita che scrittori o disegnatori trovino “l’anima gemella” e diano inizio a un sodalizio che va avanti per il resto delle loro carriere: partendo dai “piani alti” di Stan Lee e Jack Kirby e passando per Chris Claremont e John Byrne e via dicendo. La scintilla è scoccata anche tra Matt Fraction e Terry Dodson, conosciutisi sulle pagine di Uncanny X-Men, dove si sono distinti per il ciclo di storie che porta le loro firme, e ora ben lieti di rinnovare il sodalizio con un nuovo progetto Image Comics: Adventureman, un metafumetto che gioca con il genere pulp, mescolando temi e atmosfere di quella forma narrativa con situazioni e chiavi di lettura del mondo contemporaneo.

 

 

Terry Dodson ha presentato il progetto con queste parole:

 

Adventureman #1, copertina di Terry Dodson

Dodson – Volevamo creare un fumetto di grandi avventure che includesse tutte le parti migliori del mondo degli eroi pulp ma con un’interpretazione moderna, e che fosse possibile ottenere solo ottant’anni dopo! Questa era la descrizione generale che Matt mi fece nel 2010, quando gli dissi quanto mi piaceva disegnare New York sulle pagine di Uncanny X-Men.

Adventureman narra la storia di leggendari serial pulp oggi dimenticati e di come si riversino nelle vite di una madre single e del suo figlio entusiasta, aprendo loro le porte a un mondo oltre questo mondo e a una serie di avventure inconcepibili.

Per me si è trattato di prendere tutto quello che mi piaceva e mescolarlo con il concetto iniziale: ho preservato la storia base, ma ho creato un mondo dettagliato in cui ambientare il tutto. Matt ha una trama base e una lista di personaggi e concetti dai nomi accattivanti. Io ho iniziato a infondere vita a quei personaggi e concetti. Ce ne sono così tanti che voglio esplorare, scegliere e decidere dove inserire.

Un mio contributo è stato la diversificazione del cast dei personaggi dei due mondi. Erano descritti con un nome e un’idea generica delle loro “capacità”, ma al di là di questo, definire il loro aspetto spettava a me. L‘idea di un cast multietnico mi interessava molto come lettore, e ovviamente anche come artista: ho molto da disegnare su ogni pagina, difficile annoiarsi con tutta questa diversità!

Adventureman #2, copertina di Terry DodsonNel caso dei personaggi pulp, era importante per me evitare gli stereotipi degli eroi di quell’era e rendere Aaron (vale a dire Adventureman) un personaggio con cui relazionarsi, quindi siamo partiti con un tipo di figure e poi ci siamo divertiti a sovvertirlo completamente. Andando avanti nella storia, vedrete fino a che punto arriveremo.

Abbiamo tenuto l’asticella molto alta già per il primo numero, ma da lì in poi non fa che alzarsi: il mondo è veramente la nostra ostrica. Questa è una storia ambientata a New York, ma possiamo raccontare storie d’avventura ambientate ovunque (in qualunque luogo e in qualsiasi epoca, e questo è entusiasmante!

Matt Fraction voleva esplicitamente che questa fosse una serie che sua figlia potesse leggere, e così mi ha fornito alcune utili indicazioni per renderla adatta a tutte le età. Sono indicazioni molto ampie, questa è una serie che potrebbe essere pubblicata dalla Marvel o dalla DC, quindi non la definirei per ragazzi: è un fumetto che io stesso avrei potuto leggere crescendo. L’ho disegnato per me stesso, come se fossi io il pubblico ideale: in generale disegno sempre in modo che una serie sia accessibile a tutte le età, e questa è una serie incentrata sulle avventure e sulla famiglia.

Adventureman #3, copertina di Terry Dodson

Per la New York degli anni ’40 ho utilizzato molte immagini della città di quell’epoca, specialmente gli elementi di art deco, la moda, le acconciature che si vedono nei vecchi film, eccetera… Anche Rocketeer aveva degli abiti e dei set straordinari, ed è stato molto divertente vedere quel periodo prendere vita e animarsi sulla pellicola.

La serie parte agli inizi degli anni ’40 e riprende ai giorni nostri, quindi di base abbiamo già 80 anni di margine dove muoverci. In più, il fatto che Adventureman sia un eroe pulp e si muova in quegli ambienti ci permette di attingere a personaggi e storie che risalgono a epoche ancora precedenti. E poi c’è sempre il futuro! Credo che l’ispirazione di Matt per questa serie sia stato Doc Savage: His Apocalyptic Life, di Philip Jose Farmer, una specie di enciclopedia di Doc Savage. È stata quella ad accendere in Matt la scintilla, e poi siamo proseguiti da lì.

Spero veramente che i lettori colgano il lato più intrigante della storia, al di là di tutte le esplosioni e tutti gli elementi pulp disseminati sulla scena: in ultima analisi, sono i personaggi a rendere la storia importante e le interazioni tra i vari personaggi sono qualcosa che finisce sotto i riflettori fin dall’inizio.

 

 

 

Fonte: Newsarama