Com’era facile immaginare, l’annuncio del ritiro di Alan Moore dalle scene del fumetto (definitivo o provvisorio che sia) ha fatto molto parlare, e tra i commentatori alla sua scelta c’è… lo stesso Moore, che incalzato dal Guardian – che ha riportato le sue dichiarazioni originali – è tornato sull’argomento con un’addenda relativa ai supereroi in generale e a Batman in particolare.

 

Sono sicuro che c’è probabilmente un ottimo motivo per cui centinaia di migliaia di adulti accorrono a vedere le ultime avventure di Batman, ma almeno per quello che mi riguarda, questo motivo continua a sfuggirmi.

I film di supereroi parlano di personaggi inventati da Jack Kirby negli anni 60 o ancora prima. Amo moltissimo quei personaggi per ciò che hanno rappresentato per me quando ero un ragazzino di 13 anni. Erano personaggi splendidamente concepiti e realizzati. Ma appartenevano al mondo di 50 anni fa. Credo che questo secolo meriti la sua cultura. Che meriti artisti pronti a cercare di raccontare storie rilevanti per i tempi in cui viviamo. Questo  è un modo molto tortuoso per dire che sono davvero stufo di Batman.

 

Una riflessione destinata a fare discutere, dal momento che sia la sua tesi che la sua antitesi sembrano trovare fondamento. Da un lato è naturale che le icone leggendarie del fumetto vengano rielaborate e riproposte alle nuove generazioni, dall’altro potrebbe di certo essere vero che tale procedura può rubare spazio ed energie a progetti e idee originali del nostro tempo… e a prescindere dalla “parte” a cui più vi sentite vicini, le parole di Moore hanno l’indubbio merito di indurre ancora una volta a far pensare e riflettere su passato, presente e futuro di questa forma d’arte.

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Fonte: Comic Book