La tradizione artistica italiana continua a sfornare talenti pronti a lavorare nel vasto mercato americano. È il caso di Valerio Schiti, artista che già da qualche anno ha legato il suo nome a titoli prestigiosi come Guardians of the Galaxyper la Marvel, e Teenage Mutant Ninja Turtles, per IDW Publishing. Oggi è coinvolto in una nuova interessante run sulle pagine di Mighty Thor, accanto a un grande sceneggiatore, Jason Aaron.

Durante la recente edizione di ARF! abbiamo avuto il piacere di intervistare Schiti, che ci ha parlato dei suoi ultimi progetti.

 

Ciao, Valerio! Benvenuto su BadComics.it!
Hai da poco concluso la tua esperienza sulle pagine di “Guardians of the Galaxy” e una nuova avventura è già cominciata su “Mighty Thor”. Come la vivi?

L’esperienza su “Guardiani della Galassia” è andata benissimo. Credo di poter affermare con convinzione che quest’ultimo periodo è stato uno dei più belli della mia carriera. È stato triste dover lasciare, visto che sono affezionato sia a Brian [Michael Bendis] che ai personaggi. Per fortuna ho avuto subito la possibilità di lavorare a “Mighty Thor”, che, oggettivamente, è una delle testate più interessanti e divertenti che Marvel pubblichi.

Affiancherò nei primi numeri il disegnatore regolare della serie, Russell Dauterman, e poi, piano piano, avrò degli albi realizzati esclusivamente da me, come quello che sto completando in questo periodo. È una run molto interessante e non posso anticipare nulla. Si è visto già che ci sarà il nuovo War Thor, ovvero Ultimate Thor, di cui non svelerò il nome in quanto c’è un effetto sorpresa non male. Il tutto sarà spiegato in una storia molto bella che ho appena concluso, quindi meglio non dire nulla per non rovinarvi il colpo di scena!

In generale, sono contento di essere passato da un ottimo sceneggiatore come Bendis a un altro ottimo sceneggiatore come Jason Aaron. È una grande soddisfazione.

I Guardiani della Galassia non hanno una grande tradizione alle spalle, vista anche la loro breve vita editoriale. Nel momento in cui hai iniziato a lavorare su questi personaggi hai preferito rispettare il character design precedente o hai voluto dare un tuo tocco personale?

In principio, ho rispettato quanto già fatto all’epoca del rilancio Marvel NOW!, quindi ho mantenuto lo stesso design che avevano sviluppato Steve McNiven, prima, e Sara Pichelli, poi. Si trattava di personaggi ben fatti, che mi divertivo a disegnare, quindi ho lasciato tutto com’era.

Durante la mia gestione con Bendis c’è stato un ulteriore rilancio [le storie successive a Secret Wars targate Nuovissima Marvel – NdR] e in quel caso mi hanno chiesto di modificare qualcosa. Era un’opportunità unica: prendere un team di eroi già famosi e interpretarli secondo le mie idee, il mio gusto. Sia io che Brian abbiamo buttato giù degli spunti e, dopo esserci confrontati, abbiamo realizzato una versione più calzante alla nostra idea del nuovo team di Guardiani. Personaggi freschi, nuovi, non propriamente degli eroi, più dei pirati spaziali, e abbiamo cercato di vestirli come tali.

Quale personaggio senti più tuo? Su quale sei riuscito a lasciare maggiormente il segno?

A me manca, e mancherà tantissimo, disegnare Rocket Raccoon. È stato un dolore lasciarlo, è un personaggio meraviglioso che amo tantissimo e, soprattutto, che adoro disegnare.

Il tuo attuale impegno sulle pagine di “Mighty Thor” ti sta assorbendo del tutto o hai in cantiere altri progetti, altre collaborazioni?

Il lavoro principale è su Thor e, contemporaneamente, mi sto occupando delle copertine di “Ms. Marvel” e di un progetto sempre legato a questo personaggio di cui, però, non posso dire molto. E poi vedremo.

Sono ormai cinque anni che sei entrato in pianta stabile tra i disegnatori della Casa delle Idee. Qual è la tua massima aspirazione? Su quale personaggio vorresti mettere le mani?

La risposta è collaudata ed è sempre la stessa: sin da bambino sognavo di disegnare Spider-Man. Quello sarebbe un traguardo fenomenale. Sul piano più personale, invece, mi farebbe tantissimo piacere poter partecipare al rilancio di Fantastici Quattro. Non è previsto al momento, però credo che in questo fase della mia carriera sarebbe un lavoro più nelle mie corde. Ho gestito per un periodo la Cosa su “Guardiani della Galassia” e mi sono divertito a lavorare su questo personaggio. Una sensazione che ho visto anche in Brian, il quale non ha nascosto che gli farebbe piacere rilanciare questo gruppo di eroi.

In fondo, se ci pensi, Bendis è l’artefice della rinascita di Spider-Man (con il progetto Ultimate), gli Avengers, i Guardiani della Galassia, gli X-Men… Un bel progetto con te alle matite sui Fantastici Quattro mi sembra doveroso!

Assolutamente sì! [ride] Lui ha sempre dichiarato che gli piacciono come gruppo e che non avrebbe problemi a lavorarci. Nelle storie dedicate alla Cosa ha dato veramente il meglio di sé.

ARF! è un momento in cui gli artisti si mettono in mostra creando un contatto diretto con i visitatori della fiera, appassionati di fumetto e giovani talenti pronti a sbocciare. Come vedi l’Italia, sia come scena che come mercato, da artista che lavora per l’estero?

Credo che non si possa parlare più di due scene diverse, in quanto molti di noi non vivono questa situazione dall’estero. Sono tanti che, pur stando in Italia, lavorano per gli Stati Uniti. Ci sentiamo spesso, siamo amici, spesso ci uniamo in studio insieme o creiamo dei collettivi. Ormai possiamo considerarci come un grande mix che lavora su due mercati contemporaneamente. Penso a gente come Werther Dell’Edera o a Carmine Di Giandomenico. Il talento dei disegnatori italiani ha fatto breccia in tutto il mondo, quindi l’Italia vince!

Cosa pensi sia scattato negli Stati Uniti per aver dato il via a questa “invasione italiana”?

Credo siano state una serie di coincidenze a decretare questo grande successo dei disegnatori italiani in America. La Marvel sicuramente ha iniziato a guardare fuori dai suoi confini cercando grandi talenti. Contestualmente le scuole di fumetto italiane hanno sfornato degli artisti sempre più preparati professionalmente, apprezzati per il tratto, lo storytelling e pronti per un mercato così esigente.

Tra i tuoi lavori iniziali non possiamo non citare la serie sulle Tartarughe Ninja: ti vedremo di nuovo all’opera su questi personaggi?

A me piacciono tantissimo e sto apprezzando il lavoro di Mateus Santolouco sulla serie. Sono ancora amico con l’editor e, sebbene io abbia un’esclusiva con la Marvel, ho una piccola finestra all’interno del mio contratto che mi permette di disegnare alcune copertine per la testata delle Tartarughe Ninja. Ci tenevo perché mi piacciono troppo! Sono personaggi a cui sono legato sin da bambino e sono contento di poter tornare ogni tanto a lavorare con loro. Per ora si tratta solo di copertine, ma un domani chissà?

Thor, i Guardiani della Galassia e le Tartarughe Ninja: il tuo lavoro sembra essere molto connesso ai personaggi che popolano il grande schermo. Tra tutte le trasposizioni, qual è la tua preferita?

Può sembrare banale, ma dico “Guardiani della Galassia”. Forse perché è il più fresco, forse perché ero coinvolto emotivamente, forse perché amo i personaggi. E ho l’impressione che si tratti del film che sta tracciando la linea da seguire per le altre pellicole dei Marvel Studios, ovvero film leggeri, indirizzati a un pubblico giovane, ma che nonostante tutto lasciano passare messaggi politici e sociali.

Valerio Schiti e Pasquale Gennarelli