La puntata d’esordio di Luke Cage, intitolata Moment of Truth, si apre mostrandoci il protagonista alle prese con la sua nuova vita. Sono infatti passati diversi mesi dagli eventi che abbiamo visto in Jessica Jones, serial in cui avevamo incontrato per la prima volta il protagonista: Cage si era imbattuto in Jessica, che ha sconvolto non poco la sua routine; dopo aver iniziato un’instabile relazione sessuale con lei, si è visto costretto a rivelarle i propri poteri, apprendendo a sua volta che anche la Jones è una superumana. Abbiamo poi scoperto che la pelle indistruttibile e la superforza di Cage (che ci vengono mostrate subito anche in questo primo episodio) sono frutto di un esperimento fallito, nel corso del quale l’uomo è stato ingannato da qualcuno (un’origine speculare a quella dei fumetti Marvel). In Jessica Jones, Luke ha inoltre perso il suo locale a causa di un incendio doloso, ha scoperto che la stessa Jessica era responsabile – seppur indirettamente – della morte di sua moglie Reva ed è stato vittima del controllo mentale di Kilgrave, che lo ha reso suo schiavo, scatenandolo contro la Jones.

Se Luke Cage era già in Jessica Jones un uomo in fuga (dalla giustizia, dal suo passato, persino da se stesso), nella prima puntata della sua serie personale apprendiamo subito di come le cose siano persino peggiorate: Luke non ha più un posto al mondo, è più solo che mai e si nasconde da tutti. Lo status quo del protagonista viene ribadito sin dalle prime battute, dove vengono citati il suddetto esperimento, il fatto di essere stato incastrato e la morte della moglie, così come il fatto di essere in fuga. Cage ora vive alla giornata e la sua esistenza non è certo invidiabile.

Luke si barcamena quotidianamente tra due lavori precari, sia come aiutante di Pop il barbiere, che come lavapiatti/bartender presso un esclusivo locale di Harlem. È proprio Pop, un personaggio che ci risulta essere inedito, a fungere da coscienza morale del protagonista: a quanto pare è a conoscenza della storia e dei poteri di Cage e gli rimprovera il fatto di non essere fuori per strada ad aiutare la gente del suo quartiere, pur comprendendo le sue ragioni.

Proprio il quartiere di Harlem, il “ghetto nero” per eccellenza di New York (e forse d’America) entro il quale si svolge la storia, è tra i protagonisti del serial. Ci viene presentato, in maniera realistica e coerente, come una “terra di nessuno” nel quale la gente vive in condizioni di disagio e senza prospettive, dove “tutti hanno una pistola, ma non tutti un padre”, dove i neri vogliono sì una via d’uscita, ma sono “troppo orgogliosi per chiedere”, cosa che porta i giovani a trovare scorciatoie, spesso criminali, andando così a giocare un gioco più grosso di loro. Luke vivrà da vicino queste problematiche, trovandosi suo malgrado coinvolto in una drammatica vicenda.

Suggestivo vivere così direttamente, in questa serie TV Marvel/Netflix, un contesto tanto veritiero, data la situazione attuale nella quale la popolazione di etnia afroamericana si trova suo malgrado coinvolta: a cadenza quasi quotidiana apprendiamo infatti da fonti d’informazione d’oltreoceano dell’ennesimo caso di violenza e abuso di potere nei confronti dei neri d’America, vittime di quel razzismo sistematico e istituzionale che il movimento attivista Black Lives Matter sta denunciando a gran voce. Il serial è letteralmente impregnato di questa situazione socio-politica, e su di essa imposta la sua trama.

Conosciamo ben presto due personaggi destinati ad avere un ruolo sicuramente importante in questa prima stagione, dalla parte dei villain: Cornell Stokes, alias Cottonmouth, e Mariah Stokes-Dillard, alias Black Mariah. Il primo ha un corrispettivo omonimo nei fumetti Marvel e apparso per la prima volta in Luke Cage, Power Man #18 (1974): signore del crimine di Harlem, ricchissimo grazie al traffico di droga e di armi, governa con pugno di ferro il quartiere, sino a che Cage non riesce a incastrarlo e farlo arrestare; nei fumetti è dotato di forza sovrumana (per ragioni ignote) e in questa prima puntata lo vediamo adoperare i suoi pugni con grande violenza, anche se non siamo sicuri che sia un superumano anche in questa sua iterazione.

Black Mariah è apparsa ancora prima, sulle pagine di Luke Cage, Hero for Hire #5 (1973): a capo della gang criminale dei Rat Pack, è uno dei primi nemici di Luke. Nella sua iterazione televisiva, ci viene presentata come una Consigliera di New York, desiderosa di intraprendere un’arrampicata sociale cavalcando l’onda di un movimento che si fonda su principi simili a quello del Black Lives Matter (queste tre esatte parole vengono pronunciate dal personaggio) promettendo una riqualificazione di Harlem, ma alleandosi allo stesso tempo con Cottonmouth, dal quale riceve dei “finanziamenti” derivanti dai loschi traffici di questo.

Insieme, i due vogliono evidentemente riempire il vuoto di potere lasciato da Wilson Fisk dopo la sua caduta per mano di Daredevil. Tra le fila dei “cattivi” fa la sua apparizione anche Shades, altro alleato di Cottonmouth, una sorta di braccio armato. Anche questo personaggio ha un suo corrispettivo cartaceo, che ha esordito addirittura nel primissimo numero di Luke Cage, Hero for Hire (1972). Nelle storie Marvel, così come nella serie TV, Shades è stato compagno di carcere di Luke; non ci è dato sapere se la sua versione televisiva avrà un visore in grado di sparare raggi laser, come nei fumetti.

Tra i potenziali alleati, fa il suo esordio Mercedes “Misty” Knight, che nella serie TV è una detective. Apparsa per la prima volta sulle pagine di Marvel Premiere #21 (1975), Misty è un’ex poliziotta divenuta detective privata, esperta di arti marziali e con un braccio bionico costruito da Tony Stark, alias Iron Man, al posto di quello biologico perduto a causa di un’esplosione; in questo primo episodio, Misty ha (ancora) tutti gli arti al proprio posto. Nei fumetti questo personaggio ha una relazione con Danny Rand, alias Iron Fist, mentre in questo primo episodio ha un rapporto sessuale (occasionale?) con Luke Cage. Partner della Knight è il detective Rafael Scarfe e anche lui esiste nell’universo a fumetti Marvel (il suo esordio risale a Marvel Premiere #23, del 1975); in questa versione è collega di Misty, almeno finché non decide di prendere la legge nelle sue mani.

Nel primo episodio vengono fatti precisi riferimenti ad altri personaggi dell’Universo Cinematografico/Televisivo Marvel, a partire dallo stesso Tony Stark, così come ai suoi colleghi Avengers, Thor e Capitan America (vengono menzionati il martello del primo e lo scudo del secondo). Inoltre, oggetto del traffico d’armi di Cottonmouth sono delle armi prodotte dalle Hammer Industries (come rilevabile dal marchio che recano) di proprietà di Justin Hammer, avversario del Vendicatore dorato nel film Iron Man 2.

Infine, assistiamo a un breve flashback che ci mostra il protagonista in carcere insieme a Shades (come nei fumetti); è importante la battuta finale con cui il protagonista afferma di non essere “for hire” (“in affitto”), ossia un mercenario. Questo rappresenta una forte differenza con gli esordi di Luke nei fumetti Marvel, in cui era un Eroe in Vendita.

 

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