Scott Snyder parla, dalle pagine di Comic Book Resources, dei sui nuovi fumetti indipendenti, prodotti sotto l’etichetta Best Jackett Press per ComiXology. Si intitola We Have Demons, Clear e Night of the Ghoul, rispettivamente disegnati da disegnatori di assoluto livello: Greg Capullo, Francis Manapul e Francesco Francavilla.

 

 

Ecco i passaggi più interessanti della lunga intervista che Snyder ha dedicato a questi nuovi progetti.

 

We Have Demons #1, copertina di Greg Capullo

Scott SnyderWe Have Demons è frutto della nostra voglia di consegnarci a un tipo di storie che amiamo. Io e Greg Capullo abbiamo lavorato assieme per undici anni e non avevamo mai realizzato un prodotto indipendente. La cosa bella di lanciare una nuova etichetta sta nella liberta di tentare di fare cose molto diverse tra loro e di avere la priorità di abbracciare le proprie priorità narrative, uscendo dalla propria comfort zone.

Iniziare con una serie che dicesse tutto quello che volevamo fare per noi stessi e anche quel che avremmo voluto mostrare alla DC, il macello, la violenza, i toni sopra le righe, era esattamente quel che volevamo. Buttare dentro tutto il possibile e divertirci un mondo, per aprire con un botto gigantesco. Questa sarà una storia cui io e Greg pensiamo da parecchi anni e vogliamo portarvi nell’universo che abbiamo creato per essa.

Clear è un tipo di storia che non ho mai pensato: si tratta di fantascienza speculativa e di noir, decisamente fuori dalle mie corde solite. Ho lavorato parecchio con Francis Manapul e anche lui non ha mai fatto nulla del genere. Night of the Ghoul, invece prende una direzione ancora diversa, quella di una storia horror claustrofobica e molto intima.

Sembrerà strano, ma Metal e Death Metal contengono un sacco di spiritualismo e di scienza mescolati insieme, per me. L’idea del Multiverso Oscuro si basa sulla fisica teorica e sull’idea che i metalli abbiano diverse proprietà che ancora non sappiamo definire. Concetti che stanno ai confini della scienza e dell’occulto. Con We Have Demons, l’idea era di fare qualcosa di simile e raccontarvi una grande storia.

La mitologia della serie immagina che esistano due elementi in competizione tra loro: il Lightest è il primissimo che sia emerso dal Big Bang, con un numero atomico pari a zero e particelle subatomiche come nucleo. L’Heaviest è il materiale più pesante forgiato nell’universo dalla natura e resta nelle regioni più remote dello spazio. Entrambi sono presenti sulla Terra, segretamente, e il padre della protagonista li chiama Halo e Horn. Horn è l’oscuro e sembra andare in cerca di specie dominanti e molto evolute per infettarle e rendere dei demoni terribili che si nascondono nelle persone e si fanno strada a morsi e artigli, in scene orrende. E dicono un sacco di parolacce. Cosa molto divertente.

Clear #1, copertina di Francis Manapul

La trama parla di una giovane donna di nome Lam, diminutivo di Lamassu, il cui padre è un sacerdote in una cittadina della Florida. Dopo la sua morte, lei scopre che era anche una specie di Indiana Jones, parte di un’organizzazione che va a caccia dei resti del materiale oscuro da tempo immemore e della gente che esso ha infettato. Lam diventa parte di questa mitologia che ignorava. Sarà una storia molto focalizzata sui personaggi.

Ognuna di queste storie è molto personale per me e nasce non tanto dall’idea di genere, quanto da un seme che l’ha fatta nascere. Io e Francis Manapul ci siamo trovati a parlare del fatto che i nostri figli stanno crescendo in un mondo in cui chiunque può isolarsi dagli altri. Quando è nata l’idea della storia, durante il lavoro su Justice League nel 2017, ne discutevamo spesso e avevamo realizzato pagine e materiale visivo nel corso degli anni, nel tempo libero. Parla della paura di essere destinati a una strana vita claustrofobica in cui tutto è soggettivo e, invece di incontrarci per trovare uno scopo comune e colmare le distanza, preferiamo chiuderci in un bunker.

 

Quello di Clear è un mondo distopico in cui le grandi compagnie tecnologiche permettono di essere connessi senza device alla rete, in cui ognuno può modellare l’aspetto del mondo che vede a piacimento, per far apparire il pianeta come un cartone animato o come un ambiente da apocalisse zombie. Ognuno chiuso in una bolla di realtà, in fuga da un mondo in cui non c’è più la speranza di collaborare per renderlo migliore. Nessun bisogno di una verità condivisa: ognuno si chiude nel proprio punto di vista. Non difficile vedere adombrati i social media e il loro funzionamento nella trama.

 

Scott Snyder – La storia parla di un omicidio e del detective Sam Dunes, creato da Francis a partire dalla propria eredità culturale. Sam mantiene la propria visione personale sempre su “clear”, sempre oggettiva. Non usa la tecnologia dei Veils e vede il mondo per com’è, ma ogni anno questa opzione diventa sempre più costosa. Sarà una serie molto divertente ma anche urgente e importante, per noi.

 

Nonché una serie che darà modo a Francis Manapul di dare sfogo alla propria creatività, dato che esisteranno, potenzialmente, tanti mondi quanti sono i personaggi della storia, dal punto di vista visivo. Un’occasione che, promette Scott Snyder, il disegnatore ha sfruttato all’estremo del proprio potenziale.

 

 

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Fonte: CBR