Un altro personaggio Marvel che per decenni è vissuto all’ombra dei grandi eroi tenta di compiere il salto di qualità e di imporsi come protagonista a tutti gli effetti. Parliamo di Dane Whitman, noto con il nome di battaglia di Cavaliere Nero (Black Knight), che nella sua lunga e tortuosa carriera ha anche militato più volte negli Avengers.

Come spesso accade di questi tempi, le vicende fumettistiche corrono in parallelo con quelle cinematografiche e il salto di qualità per Black Knight può essere dovuto alla sua presenza nella ventura pellicola dedicata agli Eterni, dove a impersonarlo sarà nientemeno che Kit Il Trono di Spade Harrington. Ma la storia del Whitman fumettistico è ancora tutta da scrivere… o meglio da riscrivere.

 

 

Il compito del team creativo composto da Si Spurrier e Sergio Davila è quello di fare ordine nel passato del personaggio e di lanciarlo verso il futuro, in una miniserie in cinque parti (ma che in caso di successo potrebbe trasformarsi in serie regolare) intitolata Black Knight: Curse of the Ebony Blade.

Queste le parole con cui Spurrier ha presentato il progetto:

 

Black Knight: Curse of the Ebony Blade #1, copertina di Sergio Davila

Spurrier – Sono un fanatico di questo genere di sfida creativa, diciamo. Il Cavaliere Nero uno di quei personaggi che è passato attraverso un miliardo di retcon e riscritture. Alcune hanno aderito al personaggio, altre no, ma alla fine ti rimane questo poveretto che ha una storia talmente complessa che è difficile fare qualcosa di nuovo senza contraddire qualcosa. È un tizio che brandisce una spada maledetta che ha avuto origine nella Camelot arturiana. Questa sembra essere l’unica linea di fondo più o meno costante.

Bene, piuttosto che cercare di ignorare tutte le complicazioni e le incertezze del passato, evitando al tempo stesso di immergermi in quel passato fino a impantanarmi irrimediabilmente, mi sono posto l’obiettivo di usare il background del personaggio per riallineare la sua posizione all’interno dell’Universo Marvel: dargli una presentazione elegante e facilmente spiegabile in modo che i lettori possano godersi subito le sue storie.

In parole povere: la lama che porta è l’opposto del Mjolnir di Thor. La Spada d’Ebano raggiunge il suo massimo potere quando si nutre della negatività di chi la impugna: rabbia, tristezza, senso di colpa e odio. Questo pone il Cavaliere Nero in una posizione affascinante e tragica. Più è utile come eroe, più sprofonda nella sua oscurità autodistruttiva. È difficile…

Black Knight: Curse of the Ebony Blade #1, anteprima 01

È sempre una questione di conflitto interiore, no? È quello che sta alla base di tutte le grandi storie eroiche, per quanto ai lettori piaccia concentrarsi sui muscoli, sulle armi e sulle esplosioni. Il rischio che i difetti di un eroe possano superare i sui punti di forza. L’unico problema che Dane deve affrontare (e in questo è un personaggio assolutamente Marvel) è il fatto che i suoi difetti sono la sua forza. Come affronta una cosa del genere? La accetta e se ne lascia inghiottire? Cerca di voltare le spalle a tutti i suoi sogni e alle aspettative? Oppure cerca una terza via, che gli procuri equilibrio? Non riesco a credere che sto facendo qualcosa di così dilettantesco come citare Nietzsche in un’intervista, ma ehi, tanto per godersi l’oscurità: “Chi combatte con i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro”.

Quanto alla spada vera e propria, non posso rivelare molto, ma vedrete nel numero #1 che ci sono ancora molti segreti e trucchi che turbinano intorno alla lama d’ebano che nessuno sospetta. C’è un momento epocale, proprio in mezzo del primo numero, che cambierà tutto.

Black Knight: Curse of the Ebony Blade #1, anteprima 02

Non posso dire molto nemmeno sul resto del cast, come potete immaginare. Potete aspettarvi una nutrita passerella di grandi guest star, a partire dagli Avengers in carne ed ossa, e da lì a salire, più un paio di criminali che adorerete odiare. La missione di Dane, allo stato attuale delle cose, è capire finalmente chi è, quale ruolo deve svolgere nel mondo e quali strane storie lo hanno portato a questo punto. Sfortunatamente, dovrà rispondere a queste domande mentre viene braccato da uno dei più potenti cattivi Marvel…

Tuttavia, anche Camelot e il ciclo arturiano saranno una parte importante della serie. Sono sempre stato un fanatico dei cicli arturiani ed è un onore guidare la marvelizazzione di Camelot. Per dare una piccolo anteprima dirò che una delle cose esasperanti della narrativa arturiana è che i paramenti storici che di solito vediamo sono palesemente anacronistici.

Black Knight: Curse of the Ebony Blade #1, anteprima 03

Per esempio, la nostra concezione moderna di Camelot con i suoi tornei di giostre, le damigelle in pericolo, romanzi cavallereschi e tutto il resto appartengono ovviamente a concezioni medio-medievali molto più tarde. Un po’ come se volessi raccontare una storia ambientata alla corte di Enrico VIII, ma dove tutti vanno in giro in automobiline da golf e parlano di armi nucleari.

Se cercassimo di capire dove e quando la corte di Artù sia effettivamente esistita… be’, falliremmo. Ma possiamo dire di avere a che fare con un arco di tempo di circa 300 o 400 anni e di infinite località possibili, nessuna delle quali trova una conferma convincente delle storie. Quindi… ho fatto leva su questo. Ho trovato una ragione per cui la storia e il mito non coincidono.

Non posso dire molto altro, ma è alquanto intrigante. Grazie a questo concetto base siamo stati in grado di scatenarci nell’immaginare la versione di Camelot dell’Universo Marvel. In breve: quello che Manhattan è per l’Universo Marvel moderno, Camelot era per l’Alto Medioevo.

 

 

 

Fonte: Newsarama