Ieri sera, negli spazi del vivaio urbano Senape di Bologna, Giopota (Un anno senza te, Grimorio) ha presentato Bocca a forma di cuore, un fumetto autoprodotto vietato ai minori di 18 anni per via di alcune scene di sesso esplicito.

Oltre a poter acquistare in esclusiva l’albo, il pubblico ha potuto visitare una piccola esposizione di tavole dell’autore e ascoltare le motivazioni che lo hanno spinto a realizzare questa storia breve:

 

Giopota

L’idea dietro a questo fumetto è nata… be’, ci sono due motivi. Il motivo ufficiale è che volevo cimentarmi nell’autoproduzione, volevo fare un bell’oggetto, e credo che la cosa sia più o meno riuscita. Il motivo ufficioso è c
he volevo fare un porno, per un discorso di sdoganamento di uno specifico scenario omosessuale.

Inoltre ho potuto rappresentare anche i oggetto di body-shaming. In tutti i generi ci sono persone

 che subiscono giudizi perché non rientrano in standard estetici ideali. Immagino, però, che questo sentimento nei maschi eterosessuali sia più sommerso: se un etero dispiaciuto per i commenti sul proprio corpo si vittimizza, potrebbe diventare ulteriore oggetto di scherno, perché la virilità è sacra e non può essere contaminata da atteggiamenti giudicati femminili.

Io ho vissuto questa condizione di non accettazione del proprio corpo, e so che capita di finire facilmente in preda di situazioni autodistruttive, soprattutto a causa del rapporto che si ha con gli altri, in particolare con gli sconosciuti.
 Da anni non sono sulle app che definisco “scoperecce”, quelle sono armi a doppio taglio. Non dico che ci sono stato molto male, o non sono sopravvissuto… ci siamo passati tutti, ma nei periodi in cui frequenti più persone, puoi trarne profitti ma anche cascarci male e ricevere batoste per l’autostima.

Questo albo contiene una storia breve, non c’è qualcosa che si risolve. Anche perché è una condizione personale che si può risolvere con i giusti tempi, ma è più un discorso di come gli altri possono conoscerti, e quindi come cambia il modo in cui ti relazioni con loro. Magari con se stesso uno starebbe anche benissimo, però per forza di cose bisogna rapportarsi con gli altri. E poi bisogna trovare quella persona che è sulla tua stessa d’onda. È un inizio, e può essere quasi terapeutico.

È un discorso personale di accettazione. Mi piacerebbe scrivere altro sul tema, ma richiede tanto tempo, dovrei sviluppare una consapevolezza più alta sull’argomento. Ora so di averne un minimo, ma è difficile perché sono temi delicati
.

Ci tengo a specificare che non voglio valorizzare l’obesità, non voglio glorificarla; so che è una malattia e va trattata nel modo giusto. Vedo tante persone così in America, dove l’obesità viene glorificata e trattata come una semplice diversità, ma la situazione è più complessa. Non vorrei legittimare una malattia, ma puoi anche cominciare ad accettarti per poi iniziare un percorso che è una messa a punto dei tuoi difetti, con i giusti tempi e con quelle che sono le tue propensioni personali.

 

Nei prossimi giorni su BadComics.it vi proporremo la nostra recensione dell’albo e un’intervista all’autore.

 

Giopota