Mercoledì scorso è arrivato in libreria e in fumetteria Cani sciolti – Sessantotto, cartonato (22 x 30 cm, 128 pp., b/n, 19,00 Euro) contenente i primi due episodi della serie che esordirà quest’autunno per la neonata etichetta Audace, varata da Sergio Bonelli Editore per un pubblico adulto.

Il fumetto è stato creato da Gianfranco Manfredi, scrittore di vari titoli per la casa editrice milanese, come Magico Vento, Volto Nascosto, Shanghai Devil e Adam Wild.

Sessantotto sarà disegnato da Luca Casalanguida (autore anche anche la copertina). Ecco come Manfredi ha presentato il volume:

 

Cani sciolti - Sessantotto, copertina di Luca Casalanguida

[…] In questa storia si raccontano le gesta, le lotte e gli amori di un gruppo di studenti che si incontrano a Milano nel ’68, durante le prime occupazioni dei licei e delle università. I personaggi sono inventati, le loro esperienze no. Sono state ricostruite sulla base di testimonianze raccolte da persone reali e alcune per esperienza diretta di chi scrive.

[…] I sei giovani, due ragazze e quattro ragazzi, protagonisti del nostro racconto, vivono l’impegno politico da cani sciolti, cioè senza far parte di gruppi organizzati, semplicemente partecipando alle lotte sociali, alle esperienze e ai sogni della loro generazione. Vent’anni dopo si ritrovano, in occasione di una mostra rievocativa del Sessantotto, e questa è l’occasione per tracciare un bilancio del loro percorso e dei tanti cambiamenti intervenuti nella loro esistenza.

Per la prima volta, da quando pubblico con Sergio Bonelli Editore, mi sono trovato a raccontare una storia fuori dai tradizionali canoni dell’avventura. Molti lettori si chiederanno: che genere è? Si narrano storie di vita in un tono prevalente di commedia ma, come accade nella vita vera, con punte di dramma.

[…] Non mancano, in questa storia, e nella serie che da questa storia prenderà vita, i grandi eventi che hanno segnato la storia collettiva. […] Ma più che gli eventi in sé, ho cercato di raccontarne l’impatto sulla vita dei protagonisti e attraverso la non univocità delle loro opinioni, caratterizzare come ci sforzavamo di spiegarci le cose che accadevano, mentre accadevano, non certo con il senno di poi. Non manca, come vedrete, il confronto tra il punto di vista dei nostri giovani protagonisti e quello dei loro genitori. Nello scontro generazionale, anche tra stili di vita contrapposti, c’era comunque una comunicazione reciproca molto forte e questo aspetto andava rimarcato.

 

 

 

Fonte: Sergio Bonelli Editore