Tom King e Joelle Jones sono sulla bocca di tutti, Oltreoceano, come sceneggiatore e disegnatrice dei recenti cicli di Batman, che stanno portando il personaggio a fare il grande passo. Ovvio, quindi, che la loro apparizione davanti al pubblico del C2E2, la manifestazione fumettistica di Chicago, abbia una particolare rilevanza.

Ecco le loro dichiarazioni più interessanti, raccolte in un’intervista per Comicosity:

 

Batman #44, copertina di Joelle Jones

King – Dopo aver lavorato con Joelle su un po’ di albi, posso dirvi che ho l”impressione sia la Charlie Chaplin dei comics. Non ha bisogno di parole. Racconta intere storie tramite le espressioni dei personaggi e vi fa leggere i loro pensieri soltanto guardandoli.

All’inizio di tutto, il mio piano era quello di avere un gatto nella stanza in cui Selina sceglie il suo vestito da sposa, di farla parlare per tutto il tempo. Stavo scrivendone il monologo, ma era orribile. Ho capito che tutte quelle parole erano un intralcio e non ne avevo bisogno. Avrebbero fatto da ostacolo ai disegni. Quindi, ho cancellato lo stupido gatto e i discorsi. Ecco come è nata la scena che avete visto [su Batman #44 – NdR].

Jones – Selina è uno dei miei personaggi preferiti dacché ero ragazzina. Venendo da un fumetto come Lady Killer, in cui l’autodifesa personale era così importante nella storia, sono finita a prendere lezioni di Krav Maga. Ho detestato ogni minuto di lezione, ma volevo che le mie scene sulla pagina fossero realistiche. Sono riuscito a usare molto di quel che ho imparato in Lady Killer, e ora, nella gestione del personaggio di Catwoman, essendoci passata in prima persona.

King – Nel progettare la scena della scelta del vestito nuziale, è stata Joelle a ricordarmi che stavamo ritraendo una scassinatrice, una ladra. Adoro il modo in cui l’ha mostrata disinnescare la bomba sotto il pavimento e scassinare il mini-bar. Solo perché sta con Batman, non significa che il suo istinto sia cambiato o sopito. Parte del matrimonio ha a che fare con questo: non si butta via ciò che si è, quando ci si sposa. Bisogna accettare la propria identità.

Forse sbaglio a dirlo, ma Selina e Bruce sono una coppia che funziona diversamente rispetto al passato, anche perché è cambiato il concetto moderno di matrimonio. Non è più come quando si sono sposati i miei nonni. Quando mi sono sposato io, avevo vissuto con mia moglie già per tre anni. Ovviamente, la cerimonia è stata un bel momento, ma non è che il giorno dopo fossimo persone diverse: eravamo già passati attraverso l’esperienza del vivere assieme. Non credo che sposarsi cambierà Selina e Bruce. Per loro non è che un contratto e il loro amore non si basa sulla testimonianza di un prete o di un giudice.

Batman #50, copertina di Mikel Janín

Jones – Per progettare il vestito ho pensato a cosa avrebbe scelto Selina, a quali elementi sarebbero stato specchio della sua personalità. Non ce la vedo in un vestito bianco con il velo, con qualcosa di classico e normale. Credo che sia una donna troppo interessante. Quindi ho cercato di rendere l’abito un riflesso della sua identità.

King – A volte, la continuity è la migliore metafora possibile della vita. Ho usato questo concetto in Visione e, un po’, in Mister Miracle, ma quando si analizza la continuity di un personaggio nel suo complesso, spesso ha poco senso. Accadono cose che non dovrebbero capitare, o che non sono coerenti tra loro. Una storia guarda sempre avanti, ma, per quel che posso capire io, la vita non fa altrettanto. A volte, anche lei non ha senso, a suo modo, e le cose non sono coerenti, ma in un modo che la finzione narrativa non coglie quasi mai, perché quasi sempre è scritta da qualcuno che cerca di portare gli eventi da un punto A a un punto B.

Tuttavia, una continuity è costruita da un sacco di persone diverse, quindi diventa molto più incasinata di una storia singola e, pertanto, più realistica. La relazione tra Batman e Catwoman è stata a singhiozzo, è morta e risorta, è passata attraverso ogni possibile variante. E le ragioni per cui è successo è che ci sono stati tanti autori diversi, che la visione di Len Wein non corrisponde a quella di Steve Englehart e così via. Ma tutto questo, somiglia alla vita reale. Si cambia sempre, non si vive in maniera lineare. Si vive, semplicemente, la propria vita.

 

 

 

Fonte: Comicosity